Diagnosi di Depressione in un’ora? No, diagnosi di “fuffa” in un minuto

SEGNALAZIONE

Gentile redazione, mi preme segnalarvi questo ultimo ritrovato della scienza e della tecnica che viene contrabbandato come risolutivo per le psicodiagnosi dal Corriere della Sera del 9 Ottobre.

Mi domando due cose: come è possibile diffondere come scientificamente plausibili notizie che sono di fatto pubblicità occulte delle case produttrici dei macchinari (viene citato persino il link da cui è stato copiato); e come è possibile che un giornale così importante dia minimamente credito a notizie così ridicole.

Capisco che la psichiatria tra le branche della medicina si senta in crisi d’identità e sia considerata priva di sostrato tecnico e scientifico e per questo rincorre l’equiparazione con le sue consorelle attraverso macchinari fantasiosi come l’elettroschock, stimolatori magnetici, ed ora con questo elettrogammavestibolare, ma qui siamo al ridicolo.

Vi prego, voi che avete il dono della chiarezza, di dire la vostra su questo fatto. Grazie.

Lettera firmata

ARTICOLO ORIGINALE Tratto dal Corriere della Sera

http://www.corriere.it/salute/09_ottobre_16/diagnosi-depressione-ora_9a0b0682-ba50-11de-9645-00144f02aabc.shtml

IL SISTEMA si chiama EVestG

Diagnosi di depressione in un’ora

Grazie a un nuovo esame simile all’elettrocardiogramma. Serve anche per altri disturbi psichiatrici

MILANO – Arriva dall’Australia una scoperta che promette di accelerare notevolmente la diagnosi di disturbi mentali e neurologici. Brian Lithgow, ingegnere biomedico presso la Monash University di Melbourne, ha messo a punto un esame diagnostico molto simile all’elettrocardiogramma capace di registrare l’attività elettrica del sistema vestibolare, situato all’interno dell’orecchio, che ci permette di mantenere l’equilibrio. Ne dà notizia il quotidiano scientifico ScienceDaily.

COME FUNZIONA – Il test, battezzato Elettro-gramma-vestibolare (EVestG), viene effettuato collocando il paziente su una apposita sedia basculante che stimola le risposte elettriche del sistema vestibolare. Queste vengono catturate da un elettrodo inserito nel padiglione auricolare e poi confrontate con le risposte date da pazienti affetti dai più svariati disturbi al sistema nervoso centrale (dalla schizofrenia alla depressione). Gli schemi indicativi di patologia, sono stati ricavati sottoponendo all’esame alcuni pazienti del centro di ricerca psichiatrica dell’ateneo.

DIAGNOSI SPRINT – «È possibile effettuare una diagnosi in meno di un’ora». Un incredibile risparmio di tempo che velocizzerebbe la cura dei disturbi con vantaggio del paziente e del servizio sanitario. Si calcola che nel mondo il trattamento dei disordini mentali costi circa 2mila miliardi di euro, una buona parte dei quali potrebbe essere risparmiata se la diagnosi fosse più tempestiva. Le implicazioni dell’invenzione sono dunque ottime, anche perché fino a oggi ci si affida a esami qualitativi anziché quantitativi, ovvero interviste, domande e osservazione dei comportamenti, che comportano tempi di individuazione della patologia misurabili in anni anziché in ore. Ulteriori accertamenti verranno eseguiti sul nuovo strumento diagnostico e se dovessero dare buon esito condurrebbero all’introduzione dell’EVestG negli ospedali australiani e di tutto il mondo nel giro di pochi anni.

Gabriele De Palma
16 ottobre 2009

PARERE DEL PROF. CORRADO PONTALTI

Elettrovestibulografia e Depressione

Inganno e/o illusione?

La notizia riportata dal Corriere della Sera del giorno …. si presta ad alcune considerazioni che non inficiano la buona fede del giornalista ma che segnalano molti equivoci conoscitivi e mediatici degli specialisti (psichiatri e psicologi clinici). Intanto il titolo: “Diagnosi di depressione in un’ora”. E’ lo stesso titolo che appare sull’articolo della Rivista Scientifica (?) ScienzeDaily da cui è tratto abbastanza integralmente e fedelmente. Nel testo è ben indicato che tale esame strumentale (elettro-gramma-vestibulare) differenzierebbe un’ampia e disomogenea area di disturbi mentali rispetto a soggetti sani. Riassumere tale disomogeneità, che va dalla schizofrenia ai disturbi comportamentali, sotto il termine Depressione corrisponde a un errore mediatico molto frequente. I cosiddetti esperti, intervistati per eventi di allarme sociale (suicidi collettivi, omicidi familiari con o senza suicidio del perpetratore, etc.), definiscono invariabilmente l’evento come determinato da Depressione. Il corollario stabile è parlare di terapia farmacologica antidepressiva da iniziare precocemente e da proseguire per lungo tempo. L’ultima scena analoga si è recitata per il suicidio del portiere della Nazionale di Calcio della Germania. “Era in cura da uno psicologo!”. Si potrebbe pensare che questo sia un artefatto mediatico ma che nel proprio ambito professionale psicologi e psichiatri ragionino diversamente. Invece l’incompetenza diagnostica è ampiamente diffusa; gli psichiatri, talvolta, associano antidepressivi a farmaci prescritti per tutt’altra sintomatologia e gli psicologi talora avviano psicoterapie definendo <Depressione> quadri nei quali la fenomenologia dell’umore copre situazioni psicologiche di tutt’altro significato e complessità.

Ammesso e non concesso che un sistema nosografico quale il DSM-IV-R sia esaustivo e bussola sicura, dobbiamo ben considerare che il suo corretto utilizzo vieterebbe l’uso cumulativo del termine Depressione che si va, invece, ad articolare in forme molto differenziate e di significato psicopatologico non sovrapponibile. Basterebbe leggere un breve capitolo sulla Depressione del libro <Percorsi di Psicopatologia> (a cura di Mario Rossi Monti) (ed. Franco Angeli, 2002), per rendersene conto.

La seconda considerazione attiene alla promozione delle illusioni. Da sempre la fatica del comprendere in psichiatria e psicologia clinica ha generato la speranza di un semplice “marchingegno” per definire inequivocabilmente una malattia mentale. Il primo ricordo che mi sovviene è la grande certezza fondata, decenni fa, sul test di soppressione al desametazone, come prova oggettiva di un quadro depressivo. Poi se n’è scoperta l’assoluta genericità e inconsistenza. E così via. Certo, nel frattempo, un numero ampio di falsi positivi ha assunto le miracolose pillole della felicità. Non sto affermando che tutto sia dovuto alla pressione di Big Pharma perché dobbiamo ben considerare il nostro stesso smarrimento e conseguente necessità di ancoraggio. Non è quindi casuale che nell’articolo originale la metodologia strumentale (ovviamente di una genericità disarmante) venga addirittura presentata come “elettrocardiografia della mente (Mind ECG)”. Impazzirei per la gioia il giorno che potessi disporre di una batteria di analisi cliniche e strumentali che mi definiscano il mio paziente e il suo esistere angosciato e caotico nella vita. Auguro questo giorno alle generazioni future ma senza che noi, professionisti e/o ricercatori, propagandiamo inganni o illusioni a noi stessi e ai nostri pazienti.

Author: Brian

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3 Comments

  1. Ringrazio il professor Pontalti per come ha rappresentato la complessità della questione.

    Solo un appunto al segnalante: perchè prendersela con gli psichiatri, quando l’autore di tutto qui è un ingegnere?

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  2. Il sistema EVestG potrebbe, secondo il mio parere, in linea di principio può essere uno strumento con una possibile futura validità. E’ noto che il cervello è un organo elettro-biochimico il quale in situazioni di stress e disturbi correlati, risponde agendo sui mediatori chimici come la serotonina, dopamina ed altri ma, avviene anche con una desincronizzazione elettrica la quale protrebbe essere più o meno marcata, a seconda dell’entità. Certamente ciò non ci darebbe la possibiltà di una diagnosi certa ma,l’indice di gravità del disturbo.

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  3. ho letto in focus quest’ estate questo aforisma:
    il nevrotico è colui che costruisce castelli in aria
    lo psicotico è colui che ci vive dentro
    lo psichiatra è colui che percepisce l’affitto
    ci hanno tolto l’ICI ma dobbiamo cmq pagare l’affitto
    con l’effetto subprime…speriamo che ci lascino almeno una coperta

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