DoctorNews 33: ma sarà vero che la terapia cognitivo-comportamentale la fanno i medici di base?

SEGNALAZIONE:

Si tratta di un quotidiano on line che arriva giornalmente a tutti i medici. riporta varie notizie scientifiche e ricerche effettuate, oltre ad argomenti sindacali.
Colpisce la frase: ‘in medicina di base la terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata efficace …’ (significando che in medicina di base si effettua terapia cognitivo-comportamentale) benchè – si asserisce – ‘i tassi di risposta al trattamento fossero minori rispetto a quelli degli studi clinici accademici’ (e quali sarebbero gli studi accademici? fatti da chi? e chi in medicina generale farebbe interventi di terapia cognitivo-comportamentale?).
Si afferma inoltre che ‘rispetto alla terapia convenzionale potenziata , la terapia cognitivo-comportamentale non porta a grandi miglioramenti … ma porta ad una diminuzione della gravità delle preoccupazioni del paziente, dei sintomi depressivi’ ecc.. e quale sarebbe questa ‘terapia convenzionale potenziata’ che porta grandi cambiamenti rispetto a quelli modesti di una diminuzione della gravità dei sintomi?
La chicca finale è nel dire che: ‘negli studi futuri sarà importante esaminare l’impatto del trattamento praticato da medici privi di esperienza specialistica nella terapia cognitivo-comportamentale.
Come a dire che negli studi futuri sarà interessante valutare l’impatto – per esempio – di oculisti che intervengono sul tumore del rene… o di odontoiatri che si occupano di osteoporosi.. o che so io.
Insomma, questa roba la legge la nostra coltissima classe medica, che riterrà magari utile apprendere qualche tecnica cognitivo-comportamentale per trattare i pazienti, cosicchè nel tempo possa migliorare qualche sintomo, non avendo idea che per far ciò deve fare una formazione specialistica almeno quadriennale, come recita la nostra legge ordinistica.
Mi sembra un vero articolo-spazzatura, anche se pare riferirsi alla colta rivista JAMA (2009; 301: 1460-7), così ben accreditata a livello internazionale.
Saluti

Dr.ssa Anna Montopoli
Dirigente Psicologo – Ufficio di Coordinamento Distretto Sanitario CT3
Azienda USL 3 Catania

TESTO GIORNALISTICO: Doctornews 33 il quotidiano web del medico italiano. N° 79 del 5 maggio 2009

Geriatria Terapia dell’ansia nell’anziano La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe rivelarsi efficace negli anziani con disordine d’ansia generalizzato. Finora erano stati condotti in materia solo studi pilota in medicina di base, dove l’anziano più di frequente ricerca il trattamento. Proprio in medicina di base la terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata efficace per i pazienti più giovani con tendenza al panico, disordini d’ansia o entrambi e per i pazienti anziani affetti da depressione, benchè l’entità dell’effetto ed i tassi di risposta al trattamento fossero minori rispetto a quelli degli studi clinici accademici. Rispetto alla terapia convenzionale potenziata, la terapia cognitivo-comportamentale non porta a grandi miglioramenti del disordine d’ansia in sé, ma porta ad una diminuzione della gravità delle preoccupazioni del paziente, dei sintomi depressivi e dello stato di salute mentale generale del paziente. Negli studi futuri sarà importante esaminare l’impatto del trattamento praticato da medici privi di esperienza specialistica nella terapia cognitivo-comportamentale. (JAMA. 2009; 301: 1460-7)

RISPOSTA REDAZIONALE A CURA DELLA DR.SSA BEATRICE CORSALE

In seguito alla segnalazione giunta all’Osservatorio Psicologia nei Media relativa all’articolo “Terapia dell’ansia nell’anziano. La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe rivelarsi efficace negli anziani con disordine d’ansia generalizzato”, pubblicato sulla newsletter di DoctorNews n. 79 del 5 maggio 2009, abbiamo verificato il contenuto dell’articolo da voi citato.
L’articolo originale, pubblicato da The Journal of the American Medical Association

http://jama.ama-assn.org/cgi/content/abstract/301/14/1460,

illustra i risultati di una ricerca relativa all’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale (CBT) nel trattamento di pazienti anziani con Disturbo d’Ansia Generalizzato rispetto all’efficacia di un trattamento di supporto. Nell’articolo originale, correttamente, non si fa riferimento all’applicazione della CBT da parte del medico di base che infatti non è deputato, né formato, né tantomeno abilitato all’applicazione di procedure cognitivo-comportamentali.
La terapia cognitivo-comportamentale, infatti, è una forma di psicoterapia il cui esercizio è riservato agli psicologi o ai medici, iscritti ai rispettivi Ordini professionali, che abbiano completato una formazione, di almeno quattro anni, in psicoterapia conseguita frequentando una Scuola di Specializzazione Universitaria o riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, come disciplinato per legge.
Nel caso specifico, inoltre, il trattamento applicato può essere attuato esclusivamente da psicoterapeuti con una formazione cognitivo-comportamentale.
L’informazione apparsa sulla vostra newsletter è in contrasto con la Legge n. 56/89 che regolamenta l’esercizio della psicoterapia, per cui è stato doveroso da parte nostra inoltrare in merito una segnalazione all’Ordine degli Psicologi.
Il fatto che la ricerca sia stata pubblicata da un’autorevole rivista internazionale di medicina, quale è The Journal of the American Medical Association, sottolinea che è fortemente sentita l’importanza e l’utilità di una stretta e salda collaborazione tra medici specialisti, medici di base e psicoterapeuti per il benessere del paziente, benessere a cui contribuiscono le diverse professionalità, con le proprie specificità e possibilità di intervento.
La pubblicazione dei ricercatori costituisce, di fatto, un importante segnale circa l’esigenza, sempre più sentita, di stabilire collaborazioni tra i vari professionisti della salute. Data la vastità e la complessità dei fattori che interessano la salute, infatti, è nell’interesse dei pazienti che ogni clinico possa applicare al meglio le proprie competenze e conoscenze, peculiari del proprio ambito di intervento, potendo contare sulla proficua collaborazione di professionisti di altri ambiti disciplinari.
In attesa di un Vostro riscontro, Vi salutiamo cordialmente.

SEGNALAZIONE ALL’ORDINE COMPETENTE:

Spett.le Ordine degli Psicologi,
sono iscritta all’Ordine della Lombardia, Vi inoltro una segnalazione in qualità di redattore dell’Osservatorio Psicologia nei Media.
E’ giunta alla nostra redazione una segnalazione da parte di una collega circa un breve articolo apparso su un quotidiano on line rivolto al personale medico e sanitario, in genere.
Questi i riferimenti: newsletter n. 79 del 5 maggio 2009, reperibile registrandosi sul sito http://www.doctornews.it e che inserisco in calce alla mail.
L’articolo in questione indica che i medici di base effettuano trattamenti cognitivo-comportamentali, e ne avvallano l’efficacia, citando una ricerca apparsa su The Journal of the American Medical Association, il cui abstract è reperibile all’indirizzo http://jama.ama-assn.org/cgi/content/abstract/301/14/1460 .
Abbiamo verificato i contenuti dell’autorevole fonte citata che, come ci attendevamo, non fa alcun accenno ad una terapia cognitivo-comportamentale condotta da medici di base.
La redazione OPM invierà, pertanto, una risposta a DoctorNews evidenziando la difformità del contenuto dell’informazione divulgata, rispetto a quanto dimostrato dalla ricerca.
Data la palese gravità delle informazioni contenute nell’articolo di DoctorNews sottoponiamo la segnalazione alla Vostra attenzione affinché siano adottati i provvedimenti adeguati.
In attesa di un cortese riscontro, porgo cordiali saluti.

Per la Redazione dell’Osservatorio Psicologia nei Media
Dr.ssa Beatrice Corsale

RETTIFICA DA DOCTOR NEWS:

Ringraziamo la redazione di Doctor News per la tempestiva rettifica avvenuta proprio nel loro notiziario di oggi, 21/05/09 con la citazione del nostro parere redazionale a cura di Beatrice Corsale.

Un ringraziamento anche all’agenzia giornalistica Fidest per aver riportato la nostra risposta nell’articolo Sulla terapia dell’ansia nell’anziano

La Redazione dell’OPM

Fabio Fareri

Author: Fabio Fareri

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1 Comment

  1. cara Beatrice,
    ho letto con piacere la tua chiara precisazione in merito all’articolo in questione. Concordo pienamente sulla nostra necessità di trovare una proficua collaborazione con la medicina di base, a partire da un dialogo costruttivo che si focalizzi sulle tematiche del benessere individuale e della qualità della vita nella gestione della malattia (leggi medicina comportamentale).
    Nella mia esperienza attuale mi sto accorgendo che questa collaborazione diventa più facile e produttiva con medici che utilizzano anche terapie non convenzionali (omeopatia, kinesiologia e altro).
    un caro saluto e a presto,
    vittorio sacchi

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