TELL ME YOU LOVE ME (serie creata da Cynthia Mort)
di Giuseppe Preziosi
“Tell me you love me” è una serie lanciata dal network HBO nel 2007 negli Stati Uniti d’America e trasmessa in Italia da Cult nel 2008.
La serie mette in scena le vicende di tre coppie che, ognuna con il suo carico di problematiche e difficoltà, si rivolgono ad una stessa terapeuta, May Forster.
Tre coppie diverse che illustrano tre decenni differenti di età: i venti, i trenta e i quarant’anni.
Jamie e Hugo si amano, fanno del ” buon sesso” e stanno per sposarsi; sono belli, hanno un buon lavoro e tutto il futuro davanti. La mancata promessa però di amore eterno ed esclusivo fa sprofondare Jamie in un vicolo cieco di dubbi e incertezze che porta la coppia alla separazione. Il cammino terapeutico della giovane ragazza sarà solitario e la condurrà a interrogarsi sulla funzione che la sessualità ha nelle sue relazioni e nella posizione di dover di nuovo scegliere come suo compagno e futuro marito Hugo.
Carolyn e Palek sono brillanti, belli, ricchi e si amano. Ma non riescono ad avere un figlio. I tentativi falliti e il carico delle speranze frustrate sottopongono la coppia ad un cumulo di stress che incrina a poco a poco il loro legame. Parallelamente alle analisi mediche del caso iniziano un percorso terapeutico con l’obiettivo di diventare genitori a tutti i costi. Con il delinearsi delle responsabilità genitoriali si rievoca in Palek l’immagine del padre che lo ha abbandonato e in un disperato tentativo di distanziarsi da lui rischierà di ripercorrere il medesimo percorso.
Katie e Dave sono una coppia di quarantenni con le difficoltà di una famiglia media, la fatica di andare avanti ogni giorno, “ci sono i bambini, il lavoro, le bollette, la stanchezza…”, dice lei. In questa immagine di normalità Katie vede irrompere la sessualità che sembrava essere scomparsa dalla sua vita nell’incedere della routine; scopre che in Dave è ancora presente il desiderio e si ritrova a dover accompagnare la figlia di dieci anni nel passaggio delicato della pubertà. Inizia così un percorso terapeutico dove la coppia cerca di riscoprire la capacità di incontrarsi, di confessarsi, di costruire uno spazio condiviso di intimità.
La serie ha suscitato un certo scalpore per il realismo delle scene di sesso e per la presenza di nudi maschili e a causa di queste polemiche è stata prodotta una sola stagione di 10 episodi. Aldilà dei contenuti espliciti, “Tell me you love me” mostra con realismo ed efficacia le intimità e le difficoltà che si incontrano nella vita di coppia e tutte le forme in cui la sessualità può incarnarsi nei legami affettivi.
May Foster è una terapeuta di più di sessanta anni, molto accogliente che invita i suoi pazienti a mettere in parole emozioni, vissuti, incertezze perché “segreti e vergogne possono provocare danni molti profondi ed irreparabili”. Alle coppie viene spesso chiesto di lavorare nello spazio tra le sedute settimanali ad esercizi (ritagliarsi almeno mezz’ora al giorno dalle faccende domestiche, dimenticare per una settimana di volere un figlio) che mantengono il filo del lavoro fatto con la terapeuta. Allo spettatore viene offerto anche uno spaccato della vita della terapeuta, sposata da quarantacinque anni e che ancora affronta gli strascichi di un antico tradimento. In opposizione a stereotipi e alle convenzioni May Forster dimostra alla sua età di essere innervata da una sessualità passionale e pulsante. In questo particolare aspetto risiede forse una delle trasgressioni più forti della serie; il coraggio di mostrare qualcosa di osceno, qualcosa che non si può vedere, che solitamente non viene mostrato, raccontato: la sessualità della terza età. Per esigenze televisive May e suo marito sono piacenti e “in forma”, ma presentano comunque un modello di anzianità che trasgredisce i dettami di procreatività ed efficienza.
A corollario delle tre storie principali vengono schizzate altre storie di coppie e di relazioni che rendono più ricco e variegato il mondo di “Tell me you love me”. Genitori schiacciati dalla presenza dei figli, unico snodo delle loro vite; coppie che non ricordano se si odiano perché hanno smesso di fare sesso o se hanno smesso di fare sesso perché si odiano; giovani adulti che usano indiscriminatamente droga, alcool e sessualità come scorciatoie per distrarsi dalla fatica di vivere.
“Tell me you love me” traccia un’immagine di tutte queste storie distanti ma che a volte per un istante si toccano con uno stile asciutto e realistico, senza lasciar intravedere giudizi o intenti morali. La terapia di coppia si delinea come uno strumento, un’opportunità fornita alle persone per costruire una via d’uscita a nodi problematici che sembrano ormai irrisolvibili, ma senza offrire facili risposte o soluzioni preconfezionate da supermarket psy.