Territori in controluce. Ricerche psicologiche sul fenomeno mafioso

Territori in controluce. Ricerche psicologiche sul fenomeno mafioso di A. Giorgi, S. Giunta, E. Coppola, G. Lo Verso (Franco Angeli Editore, pp.133)

Recensione di Vittorio Lenzo

 

Come è noto, Cosa Nostra dopo il periodo stragista ha spinto verso una strategia di inabissamento che le ha permesso di riorganizzarsi dopo il duro colpo subito da parte dello stato, confermando ancora una volta la capacità di cambiare per adattarsi alla società in cui opera.

Nonostante la presenza dell’organizzazione mafiosa sia meno visibile, continua comunque ad esercitare sul territorio la propria azione parassitaria con effetti, per certi versi, ancora maggiori sulle popolazioni che lo abitano.

In questa prospettiva appare evidente la necessità e, allo stesso tempo, la problematicità di guardare al fenomeno mafioso da un punto di vista psicologico. Questa sfida è raccolta dagli autori di questo testo che da anni, insieme ad altri colleghi, portano avanti un lavoro di costruzione teorica e di ricerca empirica sul fenomeno mafioso e che in questa opera giunge ad un ulteriore passo tappa. All’interno di un modello Gruppoanalitico Soggettuale che permette di legare e dare significato ad eventi individuali e collettivi in relazione al contesto culturale in cui essi hanno vita, gli autori sostengono che vi sia un legame tra mafia e territorio, non solo da un punto di vista economico e politico ma anche, e soprattutto, psichico.

Quindi, dopo aver costruito un modello interpretativo su Cosa Nostra come organizzazione antropo-psichica ed aver così ampliato il nostro sguardo fino ad un livello psichico profondo dell’organizzazione mafiosa, gli autori ci portano con questo libro, direttamente sul territorio al centro della loro indagine scientifica compiuta in alcune realtà siciliane.

Come affermano gli autori, infatti, l’obiettivo della ricerca è stato l’analisi del funzionamento mentale dei soggetti che vivono in un territorio attraversato da specifiche sedimentazioni psico-antropologiche connesse alla presenza dell’organizzazione mafiosa.

Il viaggio appare di per sé affascinante poiché permette di scorgere le diverse forme che la figura mafiosa assume nelle realtà in cui opera e, allo stesso tempo, ci consente di conoscere le metodologie utilizzate in questo percorso. A tal proposito, l’utilizzo di dispositivi innovativi come i gruppi di elaborazione clinico-sociale ha permesso di avviare un processo di riattraversamento e riconfigurazione di temi sedimentati profondamente nei partecipanti.

Parallelamente, accanto al rigore scientifico e alla tensione etica, ciò che traspare dal testo è la valenza trasformativa che la psicologia clinica può assumere quando pensata in termini di ricerca-intervento per la promozione di benessere psichico, agendo come strumento propulsivo atto ad investire in un progetto di sviluppo nella realtà siciliana.

 

Dal volume, inoltre, si delineano alcune prospettive in linea con i mutamenti avvenuti all’interno delle varie discipline scientifiche e che, nel caso dell’economia, si evidenziano nell’importanza sempre maggiore che assumendo il concetto di relazione. Attraverso l’adozione di un paradigma epistemologico complesso, infatti, gli autori provano a tessere le trame che in un progetto di sviluppo legano aspetti sia psichici che economici.

In questa ottica assume un’importanza strategica il concetto di beni relazionali, trattato dagli autori al confine tra economia e Gruppoanalisi Soggettuale, legandolo allo sviluppo del territorio inteso parallelamente in termini sociali ed economici.

Non dilungandomi ulteriormente in queste intriganti riflessioni compiute dagli autori e rimandando al testo per una trattazione più ampia e precisa, vorrei porre in luce un ultimo elemento scaturito alla fine della mia lettura. Nello specifico, mi riferisco al tema tanto caro nel mondo clinico del “prendersi cura” e che in questo libro esce dal confine del setting analitico per diventare un “prendersi cura dei legami” dei soggetti che lo abitano.

 

Fabio Fareri

Author: Fabio Fareri

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1 Comment

  1. Molto interessante. Comprendere la struttura psichica del soggrtto mafioso in relazione al proprio contesto culturale di riferimento è molto di più che far luce sugli aspetti di un fenomeno criminale, ci porta verso alcuni orinzonti che comprendono strategie e tecniche per la costruzione del potere anche al di fuori del mondo mafioso, alla genesi di molte strutture del potere più o meno lecito ma, comunque, apparentemente legale e, spesso, incomprensibile. Complimenti per il vostro lavoro.
    Dott. Giuseppe Pecere

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