Hesher è stato qui
REGIA: Spencer Susser
ATTORI: Joseph Gordon Levitt, Natalie Portman, Rainn Wilson; Devin Brochu
DISTRIBUZIONE: Bolero Film
PAESE: USA
GENERE: Drammatico, Commedia nera
DURATA: 106 Min
Recensione di Giuseppe Preziosi
Penso capiti a tutti una volta nella vita di aver bisogno di un supereroe. Magari di diventarlo. Magari è proprio della preadolescenza quando senti che il corpo è in trasformazione, come i sentimenti, le voci che emergono dall’interno, le sensazioni tattili, i pensieri che ti evocano i compagni o le compagne di scuola; quando sei insicuro su cosa stai per diventare e ti immagini che forse potresti trasformarti in Superman o Wonder Woman. Essere perfetti, completi, puri. Magari che almeno venissero loro a trovarti per chiederti un consiglio, per aver un conforto magari quando c’è una grossa sofferenza da affrontare e i genitori rivelano le loro lacune, le debolezze, le incapacità.
Ma non è più tempo per eroi perfetti, completi puri.
Se ne accorge T.J.. In quest’epoca così precaria, mutante, liquida anche i supereroi hanno subito qualche trasformazione. Tra lutti, numerose cadute, fratture e bulletti di provincia il giovane protagonista di questo film incontra Hesher e a guardarlo bene ha proprio i caratteri di un supereroe: viene fuori dal niente, senza una identità precisa; bellissimo, sembra capace di fare qualsiasi cosa senza il minimo sforzo.
Ma Hesher è un metallaro, assomiglia vagamente a Cliff Burton, beve birra, rutta e ha dei tatuaggi offensivi e grotteschi sul corpo. Il suo comportamento oscilla tra la calma assoluta e scatti di improvvisa sociopatia. A poco a poco si appropria di tutti gli spazi di vita di T.J. e dei suoi affetti, dei suoi luoghi; la casa, il rapporto con la nonna , la sua principessa.
Nonostante tutto questo Hesher lo conduce attraverso un percorso di crescita, di definizione di sé, di superamento del dolore. Usa parabole che fanno riferimento ai suoi genitali, ma riesce a sbloccare uno stallo emotivo e luttuoso in cui la famiglia Forney era piombata dove (non) funzionavano solo i farmaci, i gruppi di muto aiuto, l’attaccamento morboso al trauma.
Forse qui il limite di questo film, nella “incoerenza” di Hesher che comunque è costretto nel suo ruolo a trovare la formula magica per poter sciogliere tutti i nodi, un incantesimo che con po’ di fortuna si può trovare nei messaggi dei baci perugina. Supereroi dalla personalità più complessa che affrontano una realtà più complessa (non la semplice suddivisione tra bene e male per intenderci) dovrebbero sviluppare soluzioni più complesse prima di volar via e lasciare il proprio marchio come un ennesimo atto vandalico.