Autismo: Another brick in “Le mùr”?
Il 26 febbraio la redazione di Osservatorio di Psicologia nei Media riceve la segnalazione di una professionista in relazione all’articolo di Gilberto Corbellini de Il Sole 24 Ore, in merito alla messa al bando del documentario Le Mur di Sophie Robert, condannata inoltre a risarcire 3 psicoanalisti da lei intervistati nel film per 40000€.
Utilizzando la segnalazione della collega come canovaccio, vogliamo presentare un Dossier, invitando i professionisti del settore ad arricchire queste pagine con il proprio contributo relativamente al trattamento dei soggetti con autismo, inviandolo corredato di una breve presentazione personale all’indirizzo:
redazione@osservatoriopsicologia.com
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Il 12 febbraio 2012 il Sole 24 ore ha dedicato all’argomento autismo infantile un articolo, a cura di Gilberto Corbellini, dal titolo “L’autismo dei lacaniani”, http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-02-12/lautismo-lacaniani-081806.shtml?uuid=Aa0MrcqE. Corbellini propone questo suo approfondimento in relazione alla messa al bando del documentario Le Mur di Sopbie Robert, aggredendo la psicoanalisi lacaniana.
Risponde l’associazione Lacaniani Italia http://www.freud-lacan.it/?p=1386 al Direttore de Il Sole 24 ore e replicano anche Antonio di Ciaccia e Michele Cavallo; è possibile leggere l’intervista di Antonio di Ciaccia su http://www.lacanquotidien.fr/blog/wp-content/uploads/2012/03/Intervista-Antonio-Di-Ciaccia-e-Loredana-Lipperini-Programma-Fahrenheit-di-RAI-3-24.2.12.pdf ed ascoltare la trasmissione di Radio 3: http://www.radio.rai.it/radio3/mostra_evento.cfm?Q_EV_ID=327987. La mail del Dr. Di Ciaccia è invece disponibile su http://www.lapsicoanalisi.it/psicoanalisi/index.php/per-voi/articoli/87-in-risposta-allarticolo-qlautismo-dei-lacanianiq.html.
Risponde a Corbellini anche Michele Cavallo, con l’articolo: L’autismo dei giornalisti della Domenica che invece alleghiamo in versione integrale:
L’autismo dei giornalisti della domenica.
L’articolo di Gilberto Corbellini apparso sulla Domenica del Sole 24 ore del 12 febbraio, è la dimostrazione lampante che l’autismo non è una malattia genetica, può insorgere in chiunque a qualsiasi età.
Per poter scrivere un articolo su un tema simile bisognerebbe invocare Hegel, Kant e Andrea Pazienza. Il primo per la dialettica, il secondo per il giudizio il terzo per il cognome. Qualità che sembrano mancare al giornalista della domenica.
Ecco cosa si sostiene nell’articolo: “Non accettare la manipolazione e il fraintendimento è un odioso attacco alla libertà di espressione, condotto con argomenti che offendono la logica e la trasparenza del diritto. Ognuno deve essere libero di attribuire all’altro quel che vuole o crede di aver capito. In una democrazia liberale un’opera intellettuale può essere censurata solo se il suo contenuto è diffamatorio. Qual è la causa dell’autismo? La psicoanalisi, in particolare il lacanismo. Visto che è assolutamente certo e dimostrato scientificamente che si tratta di un disturbo neurologico con basi genetiche, è evidente la dannosità della psicoanalisi per diagnosticare e trattare l’autismo. Le sue ridicole tesi sulla madre frigorifero o coccodrillo, o addirittura sulla allucinatoria fortezza vuota, ignorano la cosa più ovvia del mondo: è l’organizzazione disfunzionale del cervello che pregiudica lo sviluppo delle capacità di cognizione sociale. Chi non può dimostrare l’efficacia del proprio metodo con il metro fornito dalle scienze cognitivo-comportamentali e neurologiche è un ciarlatano”.
Il giornalista della domenica sicuramente obietterà che questo non è esattamente il suo pensiero, che sono stralci malamente tagliati del suo articolo. È vero! Gli rispondo con un altro suo stralcio: “protestare sarebbe un grave attentato alla libertà di espressione che avallerebbe tesi oscurantiste”.
Michele Cavallo
Psicologo, psicoterapeuta, partecipante SLP
Da entrambe le parti, a favore del documentario ed a sostegno della psicoanalisi iniziano varie petizioni: http://www.supportthewall.org/ e http://www.manifestoperladifesadellapsicanalisi.it/ per citarne due.
In particolare viene richiesta la riapertura delle linee guida per “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti” che potete visionare qui: http://www.snlg-iss.it/cms/files/LG_autismo_def.pdf
Il 22 Febbraio viene pubblicato a favore della Psicoanalisi l’articolo di Luciana Sica http://www.lacanquotidien.fr/blog/2012/02/la-repubblica-luciana-sica-22-febbraio-2012-un-manifeste-pour-defendre-la-psychanalyse/ . L’articolo ed il “manifesto” della psicoanalisi al link http://www.spiweb.it/IT/index.php?option=com_content&task=view&id=1915&Itemid=236
Il 4 Marzo è ancora Corbellini a rispondere http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-03-04/senza-prove-terapia-081609.shtml?uuid=Abqdy21E.
1 aprile 2012
Segnalo gli articoli su repubblica e sul manifesto e il dibattito su “psicoanalisi e autismo ” e le interviste a Corbellini , Lingiardi ,Rossi Monti ,Blasi .
Il tutto è reperibile sul sito della società psicoanalitica spiweb.it
alla pagina http://www.spiweb.it/IT/index.php?option=com_content&task=view&id=1916&Itemid=168
1 aprile 2012
http://www.spiweb.it/IT/index.php?option=com_content&task=view&id=1916&Itemid=168
Il 18 febbraio sul manifesto risponde Sarantis Thanopulos
Il 22 febbraio su Repubblica rispondono 4 società psicoanalitiche
Il sito della Società psicoanalitica pubblica un dibattito sul tema con molti interventi sul campo dove si descrive come le terapie integrate siano quelle maggiormente percorse, e l’approccio multidiscilinare quello privilegiato da molti anni.
Il sito della Società Psicoanalitica pubblica un intervista a Corbellini, e di seguito a Lingiardi, a Rossi Monti,e a Blasi sul problema della ricerca sollevato da Corbellini.
1 aprile 2012
il sito dell società di psicoanalisi pubblica un commento alle linee guida sull’autismo da parte dei rappresentanti della psicoanalisi dell’infanzia :
http://www.spiweb.it/IT/index.php?option=com_content&task=view&id=1894&Itemid=168
2 aprile 2012
Salve,
mi chiamo Simona Fusco e sono una psicologa di Parma.
Dopo la laurea in psicologia e l’iscrizione all’albo ho frequentato la SiPRe, Società di Psicoanalisi della Relazione, scuola ad orientamento psicoanalitico, e sto continuando la mia formazione in tal senso.
Dal 2008 lavoro con bambini affetti da autismo, oltre che con bambini e adolescenti con altre problematiche (disturbi d’ansia, del comportamento, dell’apprendimento).
Purtroppo non ho visto il documentario di Sophie Robert ma credo che l’argomento sia di una pregnanza straordinaria.
Potrei dire senza tanti preamboli che sono una psicoanalista che si è dovuta ricredere di fronte ai risultati che la terapia cognitivo comportamentale ottiene con i bambini autistici. Io non condivido le teorie che la psicoanalisi propone riguardo all’autismo e dopo aver conosciuto vari soggetti autistici mi sento di sostenere pienamente la teoria della base neurobiologica di questa grave patologia. Mettendo poi a confronto la patologia di questi bambini con le altre patologie con cui ho modo di stare in contatto durante il mio lavoro questa idea è diventata sempre più forte.
Non nego che questo argomento ha rappresentato un travaglio nella mia vita professionale : l’incontro e la conoscenza di un soggetto autistico è l’esperienza più sconvolgente, complessa e stimolante che un professionista della salute mentale possa fare. Per molto tempo dunque mi sono interrogata sul perchè gli strumenti che avevo a disposizione, che avevo acquisito con tanta fatica e nei quali credevo fermamente con questi bambini non funzionavano, o funzionavano solo parzialmente. Lentamente e con circospezione ho iniziato la collaborazione con professionisti che praticavano la terapia cognitivo comportamentale e li ho visti lavorare. Li ho ascoltati, osservati, valutato i loro strumenti e le loro metodologie di lavoro. Mi sono arrabbiata, mi sono sentita impotente e successivamente ho provato ad utilizzare questi metodi adattandoli a me, al mio modo di essere e alla relazione che avevo instaurato con quel particolare bambino. E posso dire che funziona. Vedo Riccardo e Maicol, i bambini che ho seguito e che seguo, fare progressi ogni giorno, imparare, autonomizzarsi, stare meglio con il mondo e con sè stessi, e vedo le loro famiglie supportate dall’idea di avere degli strumenti in mano per stare bene con i loro figli. Credo che siano obbiettivi molto concreti ma molto importanti. La psicoanalisi deve sentirsi deprivata o offesa da questo? Non penso proprio! La psicoanalisi deve rivolgere i suoi sforzi verso le patologie per le quali può essere utile. Se poi i genitori o i familiari di un soggetto autistico vogliono cercare di rafforzare le loro risorse emotive ed affettive con un percorso psicoanalitico possono certamente farlo e ne troveranno giovamento, ma per i problemi di tutti i giorni che il loro bambino incontra la psicoanalisi non può essere utile. Questa non è una sconfitta, è solo la prova che la realtà umana è troppo complessa per essere chiusa dentro categorie rigide ed immutabili, l’uomo evolve ogni minuto e il sapere con lui, e non bisogna temere l’apertura a nuove pratiche o a nuove teorie per la paura di disconoscere o tradire una conoscenza di partenza. Altrimenti appunto si tratta di fede e non più di conoscenza. Non può esistere un unico metodo e un’unica teoria che vada bene per tutte le multiformi sfaccettature della patologia e della personalità.
Non è stato facile nè indolore arrivare a queste conclusioni e la serenità con cui ogni giorno mi confronto con pratiche che non mi appartengono è stata faticosamente conquistata. Anche perchè la formazione psicoanalitica mi aiuta e mi sostiene tantissimo nel mio modo di approcciare questi bambini e le loro famiglie: poi è chiaro che se devo aiutarli ad imparare ad andare in bagno da soli o a poter chiedere un bicchiere d’acqua se hanno sete mi devo avvalere di pratiche diverse.
Ma sono soddisfatta: mi sento arricchita e non deprivata. E soprattutto quando sto con Riccardo e con Maicol mi sento serena e in contatto con loro perchè loro sono stati messi nelle condizioni di apprezzare e di fruire della relazione che vivono. Credo che questo sia il vero obiettivo di qualunque intervento terapeutico.
>Simona Fusco
20 aprile 2012
@Simona Fusco,
Cara collega, ti parlo dal punto di vista della mia formazione cognitivo-comportamentale e delle mie vecchie passioni psicoanalitiche.
Mettere in discussione l’universalità del proprio modello, in modo travagliato, ambivalente, con tutte le difficoltà che incontriamo noi esseri umani quando assumiamo nei confronti del nostro pensare una posizione dialettica, presuppone un’umiltà intellettuale ed una disponibilità alla ricerca che considero qualità molto importanti, per chi fa il nostro lavoro.
Lo sforzo di comprensione e di “allargamento” dei tuoi orizzonti che hai fatto rende onore non solo alla tua identità come psicologo, ma anche alla tua formazione analitica, che non è divenuta de-formazione, e lascia spazio alla in-formazione.
2 aprile 2012
Simona dovresti cercare di raccogliere supporto nel mondo psicoanalitico per la tua posizione.
Io sono un analista comportamentale ma ai tempi dell’universita’ ho amato la psicoanalisi e mi da’ rabbia e tristezza vedere questi pseudo-psicoanalisti esporre la vera psicoanalisi alla beffa con la loro ottusita’ intellettuale e i loro interessi materiali.
Dovremmo cercare di isolarli all’interno della psicoanalisi stessa. Sono certo che si tratta di pochi elementi se li contassimo senza confonderli con psicoanalisti appassionati e intellettualmente onesti.
Questi individui e queste tesi sono nemici della psicoanalisi prima e piu’ che del comportamentismo.