Noise
REGIA: Henry Bean, Martin Schmidt
ATTORI: Tim Robbins, Bridget Moynahan, William Baldwin, William Hurt
DISTRIBUZIONE: Medusa Film
PAESE: USA 2007
GENERE: Drammatico
DURATA: 93 Min
Recensione di Giuseppe Preziosi
Noises, noises, people make noises
people make noises when they’re sick
Nothing to do except hold on to NOTHING
Slipknot
Quand’è che abbiamo abdicato al rumore? Quand’ è che ci siamo arresi al clangore assordante della società delle macchine? Chi ha deciso che era preferibile per l’essere umano usufruire di mezzi di spostamento veloci ma al contempo immergerlo in una atmosfera di suoni fastidiosi, ruggiti meccanici, sirene, accellerazioni, trapanazioni? Chi, non contento, ha aggiunto antifurti vani, musiche lounge assordanti, marmitte bucate? I futuristi hanno celebrato la civiltà del motore assorbendo nelle loro opere anche i suoni che questa società produceva come indizio di progresso, avanzamento, evoluzione inarrestabile dell’umano; dove è finito quel progresso promesso nella società del post umano? Nel flusso inarrestabile di macchine che affogano le strade? Nella musica onnipresente nei negozi, nei supermercati, negli autobus? E gli allarmi? Quanti di noi corrono a chiamare la polizia al suono di un allarme di un’auto o di un appartamento? Forse l’idea di progresso non combacia alla perfezione con quella di benessere così come la crescita esponeziale o la produzione di massa. Chi può permattersi di opporsi a tutto questo o a solo un piccolo ingrediente di questa “follia” collettivacome l”inutile, sgolato appello degli allarmi delle auto? David, il protagonista del film ci prova; disposto a perdere tutto, la propria famiglia, i propri affetti, il proprio equilibrio; disposto a trasformarsi in un piccolo supereroe(cosa è un supereroe se non qualcuno dotato di un tratto che manca alle persone ordinarie, in questo caso la semplice capacità di passare dal desiderio all’atto sapendo ciò di cui la gente ha bisogno, come proteggerela e come servirla) su scala locale, un super eroe che nasconde e nasce da una ossessione che gli impedisce ogni piacere fisico e intellettuale ma che nella sua battaglia contro i mulini a vento incarna il desiderio di decine e centinaia di altre persone. Un tarlo personale diventa un diritto universale e nel paradossale processo che accompagna il delinearsi di un diritto universale l’ostacolo più difficile da affronatre è quello della legge; la legge dei poliziotti e dei giudici, dei sindaci svogliati e avidi che chiamano progresso, civiltà, bene comune, pace sociale il grovilgio caotico di rumore, inquinamento, violenza, disegualianza, stress e malessere in cui spesso ci troviamo a vivere. Chi può vietare ad un onesto cittadino di dotare la sua automobile di un impianto di antifurto con 4 casse con subwoofer mentre mentre prende un caffè al bar lasciando la macchina in doppia fila? Ma proprio in una faglia in questa legge “il correttore” David trova la strada vincere la sua battaglia per tornare ad essere un semplice, stressato, ordinario, legale cittadino di New York.