Abbiamo un istinto gregario?
http://www.physorg.com/news/2010-10-herding-instinct.html
12 Ottobre, 2010
Enlarge
Traduzione di Graziella Ferigo
Gli acquirenti del mondo offline hanno un simile istinto gregario?
Credit: Michael Gallacher
(PhysOrg.com) – Un nuovo studio mostra che i consumatori hanno un istinto gregario nel seguire la folla. Tuttavia, quest’istinto sembra venire meno se il prodotto fallisce nel raggiungere una certa soglia di popolarità.
Ads by Google
Barracuda Spam Firewall – 50,000 customers worldwide. No Per User Fees. Free Eval! – www.barracudanetworks.com
Uno studio dell’Universita’ di Oxford, pubblicato nel giornale di questa settimana PNAS, e’ basato su un’analisi di milioni di utenti Facebook che hanno utilizzato software, conosciuti come “apps” (applicaton programs), per personalizzare le loro pagine Facebook.
I ricercatori hanno analizzato i dati anonimi in un periodo di due mesi relativi al 2007, che portavano sulle tracce di 100 milioni di installazioni apps adottate dagli utenti Facebook.
I dati hanno consentito ai ricercatori di osservare nell’unita’ di tempo di un’ora, l’ammontare rispetto al quale 2.700 apps venivano installate da 50 milioni di utenti Facebook. I ricercatori hanno scoperto che una volta che una app aveva raggiunto la soglia di 55 installazioni al giorno, la sua popolarità’ saliva e raggiungeva proporzioni astronomiche.
Ad esempio, una qualsiasi e comune app fu installata da 1.000 utenti, ma la più popolare “Top Friends”, di gran lunga di classe differente, fu scelta e impiegata da almeno un quinto (12 milioni di utenti) dell’intera popolazione Facebook.
Lo studio conclude che l’influenza sociale ha avuto un ruolo chiave nel determinare se le apps fossero un flop o se al contrario raggiungessero il successo. Sicuramente bisogna dire che quando i dati furono monitorati nel 2007, agli amici di Facebook veniva sempre notificato se uno dei loro amici online adottava una nuova app. Tutti gli utenti di Facebook potevano anche accedere ad una lista delle più popolari apps – simile a una best seller list– così erano al corrente rispetto a come sia la comunità “globale” sia quella loro “locale” di Facebook valutavano le apps.
Il ricercatore Senior Dr. Felix Reed-Tsochas, dell’ Oxford University’s Institute for Science, Innovation and Society alla Saïd Business School, ha detto:
“La nostra analisi rivela una nuova interessante scoperta. Gli utenti appaiono influenzati solo dalle scelte di altri utenti fino a un certo livello di popolarità, e da quel punto in poi la popolarità porta a ulteriore popolarità. Sotto quella soglia di popolarità’, gli effetti dell’influenza sociale sono impercettibili. Non sembra possibile predire in anticipo quali applicazioni avranno successo e quali falliranno, poiché la popolarità sembra dipendere principalmente dalle scelte di altri utenti nella comunità piuttosto che da intrinseche caratteristiche delle stesse applicazioni”.
Queste scoperte possono avere implicazioni per il mondo internet, ad esempio venditori al dettaglio di libri online che permettono agli utenti di dare una valutazione dei prodotti e così influenzare la loro popolarità. Lo studio ci dice anche qualcosa rispetto al nostro comportamento nel mondo offline.
Il Dr. Reed-Tsochas ha commentato: “E’ stata fatta molta ricerca sulla diffusione delle idee e dei prodotti. Precedentemente eravamo solo in grado di seguire lo sviluppo di innovazioni di successo, e solo tra una piccola serie di potenziali utenti. La nostra ricerca nel mondo virtuale dei social networks online è l’equivalente del passaggio che facciamo muovendoci da un telescopio fisso che ci permette di vedere un numero ristretto di stelle all’avere una mappa completa di stelle dell’universo.”
‘In questa fase, noi semplicemente non sappiamo se questo segna un’importante differenza tra comportamento offline e online, oppure se dati più dettagliati ed estesi relativi a contesti offline identificheranno comportamenti simili collettivi in ambienti che non includono contesti online. ‘
I dati utilizzati dal team della ricerca non contengono informazioni relative agli individui, ma solo informazioni riguardo alle applicazioni, cosi’ non ci sono implicazioni rispetto alla privacy di singoli utenti Facebook.
Reso disponibile by Oxford University (news : web)
Per leggere l’articolo originale visitare il seguente link: