Correndo con le forbici in mano

Regia: Ryan Murphy
Sceneggiatura: Augustine Burroughs
Attori: Annette Bening, Brian Cox, Joseph Fiennes, Evan Rachel Wood
Paese: USA
Uscita Cinema: 2006
Genere: biografico, commedia
Durata: 116 minuti
Formato: colore

di Giuseppe Preziosi

Dove saremmo senza la nostra dolorosa infanzia?

Prova a illustrarla il regista Ryan Murphy sulla traccia del libro biografico di Augusten Burroughs; una infanzia e le sue conseguenze, il suo svolgersi e fiorire in una adolescenza. Un racconto attraversato dalla tristezza ma anche dall’ironia, una storia piena di soprese e dove ogni regola viene sovvertita; più che lo svolgersi di una trama, un susseguirsi di ritratti e istantanee. In una America che passa dalla stagione della rivolta a quella di Ronald Reagan presidente, ogni norma sembra cedere e rivelarsi fatua. In una culla di famiglia disfunzionale cresce Augustine, nuclei così comuni ormai al nostro immaginario: una madre innamorata del figlio con cui felicemente infrange le regole pur di alimentare i suoi tronfi desideri di successo e accedere al suo inconscio creativo, un padre silenzioso e lontano, alcolizzato, che non capisce il figlio e non lo riconosce come parte separata di sé. Il collasso è il divorzio ed è celebrato dall’ arrivo del dottor psichiatra Finch che entra in scena come l’esorcista nel omonimo film del 1973. Il medico porta con sé una ridda di teoria freudiana, farmacologia e culto della personalità ipertrofico dove si perde l’idea di soggetto e della sua unicità clinica. Il dott Finch concede pillole, sedute di 5 ore, perle di saggezza e interpretazioni folgoranti (e anche una visita nel suo masturbatorium). Deruba i soggetti della loro individualità e del loro denaro.
Augustine si trova costretto a trasferirsi nella casa del dottore della madre e poi a venirne adottato. La sua famiglia disfunzionale si allarga e si mischia con la famiglia Finch. Nella grande casa vittoriana rosa l’albero di Natale non si disfa da 2 anni, si mangiano croccantini per cani, la figlia minore ha avuto una relazione quando aveva 13 anni con un 41 enne, volano insulti come “non sarai mai anale sei troppo orale”, si hanno comuncazioni telepatiche con una gatta di nome Freud, si gioca all’elettroshock.
Sotto la vernice di un contesto grottesco che ruba più di una volta il sorriso, emerge il ritratto di famiglie e di una società alla deriva, soffocate dal caos, in preda a isterismi, contorcimenti nevrotici, esistenze solitarie e vite costrette al fallimento. La famiglia diventa culla della disfunzionalità in continuo rincorrersi di rispecchiamenti e proiezioni, lo spettro della follia avvelena tutti i rapporti. Travolti dalla mancanza di regole tanto da invocare nelle parole del protagonista: “voglio il coprifuoco, voglio essere messo in punizione per essere andato a letto con 35 enne schizofrenico. Voglio regole e limiti perchè ho imparato che senza tutta la vita è una serie di sorprese”.

“Non correre con le forbici in mano” è una saggia indicazione educativa, una regola di buon senso, o una soffocante ingiunzione autoritaria, una espressione dell’onnipresentecontrollo attuato dalla società capitalista o addirittura una mal celata espressione edipica dell’inconscio?

Chiara Santi

Author: Chiara Santi

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