Il sostegno psicologico del … Dietologo?!
SEGNALAZIONE
Gentile redazione di OPM, vi chiedo di prendere visione di questo articolo nel quale ho potuto rilevare le solite gravi inesattezze.
Nella foto n. 10 nella didascalia in basso c’è scritto che se si ha bisogno di un sostegno psicologico il dietologo va benissimo… assurdo!!
Lettera firmata
ARTICOLO ORIGINALE
Da Repubblica.It Salute
Alimentazione / Domande e Risposte
Quanti errori a tavola? Dieci miti da sfatare
E’ vero che cenando dopo le otto si ingrassa? E che le bevande gasate a calorie zero fanno comunque prendere peso? Spesso si adottano comportamenti sbagliati pensando che siano corretti. Il dottor Andrea Ghiselli, ricercatore dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran), offre dei suggerimenti per una dieta senza errori (ha collaborato Flavio Corniola)
Repubblica
Il dietologo serve?
Il modo migliore per perdere peso è fare ginnastica. Qualsiasi dieta, se seguita e osservata con costanza, funziona. Alcune persone però hanno bisogno di un sostegno psicologico, per queste va benissimo il dietologo
Marzo 10, 2010
PARERE DEL DR. EMANUEL MIAN
A prima vista, quando mi è stato sottoposto questo parere, il primo pensiero fu quello di accertarmi non si trattasse di un errore compiuto per sbadataggine degli autori di “Repubblica.it SALUTE”.
L’errore infatti è talmente palese e grossolano da rasentare l’ignoranza più totale di entrambe le categorie professionali: quella del dietologo, ma soprattutto quella dello psicologo.
Poco importa ora quale sia la responsabilità, più rilevante risulta che il messaggio inviato al lettore sia totalmente inesatto e in grado di comportare seri problemi se preso sul serio.
In sintesi, nel tentativo di dare un consiglio alquanto ovvio per perdere peso (ne ho discusso uno analogo riguardo l’obesità a questo link: http://www.osservatoriopsicologia.com/2010/02/20/2749/) quale quello di praticare attività fisica, si investe il dietologo delle competenze di supportare psicologicamente i propri pazienti.
Sostegno che solo lo psicologo o un medico abilitato alla psicoterapia possono e dovrebbero (per legge) fornire.
Il sostegno psicologico infatti, è competenza precipua unicamente del professionista laureato in Psicologia abilitato alla professione o del medico specializzato in psicoterapia, neurologia o psichiatria (non elenco le numerose altre specializzazioni di neuropsichiatria o psicologia clinica che comunque danno il titolo di psicoterapeuta ai laureati in Medicina).
Il medico di base ad esempio non può farlo, come ad esempio non è permesso a chi sia specializzato unicamente in medicina interna (come il medico citato nella segnalazione).
Identico divieto vale per dietisti (laurea triennale), biologi nutrizionisti e laureati in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana.
Inevitabile quindi il rimando alla legge 18 febbraio 1989, n 56 che regola la professione dello Psicologo che cita all”art.1: “La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alle persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità…”.
Basterebbe quindi questo a sottolineare come lo psicologo sia diverso rispetto a tutte le figure professionali elencate poco sopra.
Non è inoltre chiaro come, se il cliente abbisogni di un sostegno psicologico durante il percorso nutrizionale svolto presso il dietologo, non vi sia da indagare le dinamiche riguardo il comportamento alimentare.
La domanda è quindi se il dietologo, cui si rimanda nella didascalia per il sostegno psicologico, abbia in quanto dietologo, acquisito le competenze e gli strumenti utili al fine di fornire, non solo questo, ma soprattutto la necessaria psicodiagnosi al fine di comprendere la problematica del cliente/paziente.
E’ fuori discussione che il dietologo che lo faccia, andrebbe incontro al reato di abuso della professione di psicologo.
Di converso, qualora uno psicologo facesse lo stesso, operando cioè come dietologo, commetterebbe il reato di abuso della professione medica in quanto la dieta è classificata come atto medico (http://www.comefmedicinaestetica.it/dietologia/attomedico.html).
Penso però, alla luce dei continui attacchi alla nostra professione, che sia più facile sia accusato e punito uno psicologo che faccia una dieta di quanto possa avvenire per un medico che operi usando gli strumenti dello psicologo.
Questa svista fa pensare a quando nel parlare comune si dice “siamo tutti un po’ psicologi”, spesso proferito dal barista o dalla parrucchiera sotto casa. Senza nulla togliere a queste degne e oneste professioni, non ci si sognerebbe mai di asserire che “siamo tutti un po’ baristi o parrucchieri” quasi come se il fatto che in quanto sia utilizzato il “logos” nella pratica con il cliente/paziente, questo dia a chiunque competenze preminenti dello psicologo.
E’ bene ricordare che colui abilitato alla professione, deve frequentare cinque anni di Università, un anno di tirocinio presso una struttura sotto la supervisione di uno psicologo con almeno tre anni di anzianità d’iscrizione all’Ordine ed al termine di ciò sostenere l’Esame di Stato.
Solo dopo tutto ciò potrà professarsi psicologo a tutti gli effetti.
La frase inoltre contenuta nella didascalia ” se segui una dieta con costanza, funziona”, non tiene conto della motivazione allo scopo, che in questo caso è riferita al perdere peso e mantenere in seguito tale risultato.
Motivazione che molto spesso, specie nei casi di clienti in sovrappeso oppure obesi, che si rivolgono al dietologo dopo aver subìto diversi trattamenti nutrizionali, risulta veramente ardua da mantenere mediante la sola dietoterapia.
Se la persona percepisce che il suo problema con il peso, il cibo ed il corpo ha origini profonde ed è presente da molto tempo nella sua vita, dovrebbe essergli proposta anche una consulenza psicologica, soprattutto dal professionista che si sta occupando di redigere un prospetto nutrizionale.
Cio’ al fine di riconoscere e porre rimedio all’inutile e dannoso susseguirsi di fallimenti, in quanto la dieta, in questi casi, da sola non è sufficiente.
Il dietologo e lo psicologo sono figure distinte che non si possono confondere ma che dovrebbero collaborare.
In merito ai casi con un disturbo del comportamento alimentare invece la collaborazione non è facoltativa, bensì obbligatoria.
Personalmente collaboro quotidianamente con dietisti e medici nutrizionisti in un’ottica multidisciplinare e altamente collaborativa nel rispetto delle competenze che ogni professione specificatamente possiede, e mai nella mia pratica mi è capitato di rilevare una commistione di competenze.
L’informazione quindi fornita da questo articolo a mio avviso, oltre che svilente nei riguardi della professione dello psicologo, risulta non solo erronea e fuorviante anche nel delineare i confini delle competenze del dietologo, ma soprattutto pericolosa per il lettore che si trovi in lotta con il cibo ed il proprio corpo.
29 agosto 2010
Tutto correttissimo, pienamente d’accordo con il dott. Mian, ma terrei a precisare che la dieta in Italia non è solo un atto medico, ma anche del biologo (nutrizionista) che pero’ NON DEVE E NON PUO’ assolutamente fare diagnosi di patologia, ne prescrivere farmaci (ma solo integratori). Rimane il fatto che è sempre interessante e proficuo per l’interesse del paziente lavorare in equipe, ancor di piu’ quando si tratta di DCA.