Lavorare a maglia ritarda l’invecchiamento? Precisazioni al Gazzettino
Tratto da: Il Gazzettino, Il quotidiano del nord est, pag. 7, Giov 19-02-09 – Senza Autore
La Ricerca Scientifica:
“LAVORARE A MAGLIA PUO’ RITARDARE L’INVECCHIAMENTO”
Roma
Lavorare a maglia, altro che roba da nonnine. Sferruzzare contrasta l’invecchiamento del cervello, rafforzando la memoria. Lo sostiene uno studio americano, che sarà presentato al congresso dell’American Academy of Neurology. I ricercatori della Mayo Clinic nel Minnesota “promuovono” anche la lettura e i giochi al PC: per contrastare la demenza, l’importante è avere un hobby. Ma non vale per la TV. Anzi, sottolinea l’equipe, trascorrere ore e ore davanti allo schermo può accelerare l’erosione dei ricordi e il declino delle capacità cognitive. Lo studio ha coinvolto circa 200 persone, fra i 70 e gli 89 anni, con lievi problemi di memoria, confrontandoli a un gruppo privo di disabilità. A tutti è stato chiesto di illustrare le attività quotidiane svolte negli ultimi anni, passatempi compresi, e di “misurare” quanto fossero stati mentalmente attivi fra i 50 e i 60. Quelli che, arrivati alla mezza età, si tenevano occupati leggendo, giocando al computer o anche lavorando a maglia, “vantavano” il 40% di rischi in meno di cali di memoria. Più avanti negli anni, le stesse attività riducono del 30-50% il pericolo di non riuscire a trattenere i ricordi. Per mantenere il cervello in forma e contrastare gli effetti dell’invecchiamento, sottolineano dunque i ricercatori, basta tenersi allenati e non c’è bisogno di misurarsi con complesse formule matematiche: anche sferruzzare tiene la mente “sveglia”. Lavorare a maglia, in inglese “knitting”, è diventato di gran moda anche tra attori famosi come Russel Crowe o attrici come Uma Thurman e Sara Jessica Parker, star di Sex and the City.
PARERE DEL DR. UMBERTO LAMBERTI, Psicologo dell’invecchiamento.
Quando si parla del rapporto tra psicologia e anziani sarebbe meglio che lo facesse lo psicologo, in particolare lo psicologo dell’invecchiamento. Il motivo ce lo propone questo articolo, nel quale non si riscontrano errori o distorsioni nella comunicazione, che si presenta superficiale e fuorviante non specificando i motivi e le modalità con le quali il lavoro a maglia risulterebbe utile per le funzioni cognitive.
L’articolo è fuorviante in quanto il lavorare a maglia non è un’attività elettiva, non ha proprietà “magiche” di rallentamento del declino, può servire certo, come molte altre attività, quali la lettura, il dipingere, usare il PC, scrivere, il giardinaggio ecc…
L’articolo è superficiale in quanto non è il lavoro a maglia in sé che dà benefici ma sono i meccanismi psicologici sottostanti che, esercitati e mantenuti attivi, rallentano nel loro declino specifico.
Lavorare alla maglia implica un’operazione manuale e una mentale, quest’ultima richiede capacità di pensiero astratto (l’astrazione e il ragionamento) e capacità di problem solving (organizzazione, pianificazione e sintesi). Questi meccanismi psicologici sono comuni anche ad altre attività, e sono questi da stimolare e da mantenere nell’età adulta in vista dell’ età successiva.
L’individuo infatti “progetta” la maglia e non si limita ad eseguire solamente un esercizio di routine: il lavoro viene pianificato partendo da una immagine visuo-spaziale del prodotto finito e confrontata con gli ostacoli che si pongono lungo il percorso, un processo di problem-solving, ad es. iniziando dalla scelta dei ferri, poi i colori, la scelta della lana, tenendo presente i “calcoli” dello sferruzzamento, le diverse e possibili configurazioni che di volta in volta può assumere la maglia e che possono sostituirsi in ogni momento a quella pre-vista e pro-gettata.
Fin dall’antichità, dai famosi filosofi greci, sappiamo che la memoria diminuisce se non è esercitata. Oggi però sappiamo che l’esercizio non va applicato meccanicamente, la memoria non è un muscolo, come per es. l’addominale che se esercitato con 30 flessioni al giorno nel giro di alcuni mesi si è potenziato e la “rotondità ventrale” comincia a ridursi con soddisfazione del cliente.
Lavorare a maglia non può essere una tecnica proposta in modo automatizzato, l’esercizio come mero esercizio da ripetere: la ripetizione introiettata in tal modo si trasforma in ossessività.
Ecco quindi più comprensibile per il lettore il motivo per cui i ricercatori della Mayo Clinic del Minnesota non “promuovono” la TV: il trascorrere ore e ore davanti allo schermo può accelerare l’erosione dei ricordi e il declino delle capacità cognitive in quanto non stimola le abilità di pensiero astratto né quelle di problem solving.
Con la citazione nell’articolo degli attori famosi che praticano il knitting, intravedo il rischio per i lettori di identificarsi e imitare acriticamente le star di Hollywood, oppure che si possano sentire esclusi da una possibile attività “terapeutica” solo perché non interessati o incapaci al lavoro a maglia, mentre invece, come abbiamo tentato in breve di evidenziare, ciò che conta è coltivare un hobby con caratteristiche psicologiche simili a quelle dello “sferruzzamento”.
Lettera al Gazzettino:
Gentile Redazione del Gazzettino,
L’Osservatorio Psicologia nei Media ha ritenuto di dover esprimere un parere sientifico circa un vostro articolo del 19/02/09 di cui riportiamo il link:
Nella speranza di accrescere insieme a voi la qualità dell’informazione e divulgazione scientifica in psicologia, vi chiediamo gentilmente di rendere conto del nostro parere scientifico.
Cordialmente
Luigi D’Elia
Coordinatore Osservatorio Psicologia nei Media