Il parere dello psicologo. La psicologia nei mass-media. Giorgio Blandino
Il parere dello psicologo. La psicologia nei mass media
Giorgio Blandino
Cortina Raffaello
Un’analisi minuziosa e inquietante di come la psicologia viene usata dai mass-media e dagli “addetti ai lavori” che intervengono con suggerimenti, consigli, rassicurazioni. Da un’indagine distribuita nell’arco di cinque anni su quotidiani, periodici e programmi radiotelevisivi, emergono le aspettative che la psicologia suscita presso il pubblico e che i media puntualmente riprendono e rilanciano. L’immagine che ne risulta oscilla tra due polarità opposte: da una parte una psicologia banale, misconosciuta nella sua complessità; dall’altra una psicologia caricata da aspettative magiche, in grado di rivelare i segreti dell’uomo e assicurarne la felicità.
Recensione 2
Fonte: http://www.psicologi.fvg.it/allegati/notiziario/allegato37.rtf.
Oggigiorno vengono richiesti pareri psicologici su diversi temi: gravi fatti di cronaca, mutamenti del costume, tematiche psicopatologiche, disturbi sanitari, consigli per vivere meglio e molti altri. Questo libro si propone di analizzare come la psicologia venga rappresentata nei mass media e nell’opinione pubblica. A tale scopo l’autore ha preso in esame, in modo sistematico nel quadriennio 1995/99, più di mille interventi a carattere psicologico comparsi su quotidiani, periodici, in trasmissioni televisive e radiofoniche.
Il volume, mantenendo un’impostazione a carattere scientifico, è scritto in tono divertente ma al contempo pungente verso i media e certi psicologi. La prima parte presenta un’analisi degli aspetti strutturali che caratterizzano la psicologia veicolata dai mezzi di comunicazione di massa, mentre la seconda si configura prevalentemente come una sorta di sciocchezzaio massmediatico inerente diversi temi psicologici.
Pur riconoscendo ai media l’importanza di diffondere in modo capillare una cultura psicologica, non sempre questo avviene in modo realistico e corretto, con il rischio di svuotare di significato tale disciplina.
In primo luogo, la psicologia viene presentata come un settore unitario e senza differenziazioni: i media non prendono in considerazione le molteplici teorie, i modelli teorici, gli orientamenti, i campi di applicazione, talvolta anche contrapposti, che si possono trovare al suo interno. Sembra infatti prevalere una concezione riduttiva che identifica la psicologia con la psicologia clinica, all’interno della quale sembra esistere solo la psicoterapia e più precisamente quella di orientamento psicoanalitico. Secondo l’autore, sarebbe almeno opportuno che al momento della propria presentazione uno psicologo specifichi il suo orientamento e la sua formazione, proprio per garantire una maggiore correttezza e chiarezza di informazione.
Un altro aspetto che viene diffuso in modo errato dai mezzi di comunicazione è la presentazione della psicologia come una scienza onnicomprensiva, in grado di fornire una risposta a qualsiasi problema e senza che vi sia un contributo attivo da parte dell’utente che si rivolge all’esperto/psicologo aspettandosi da lui la soluzione per risolvere ogni sofferenza. In tal modo si promuove un uso illusorio e consolatorio della disciplina, intesa come una scienza di tipo classificatorio, che stila diagnosi e profili di personalità, preoccupata solo di fornire risposte, talvolta banali, favorendo così il sorgere di false aspettative nel pubblico, oltre ad esporre al rischio di subire attacchi e squalifiche. Ad esempio, vengono spacciati come accreditati questionari in grado di fornire profili di personalità, oppure vengono fornite interpretazioni affrettate dei sogni che si confondono con la cabala e gli esempi potrebbero continuare.
Prevale, infine, una concezione organicistica per cui si scinde la mente e il comportamento, riconducendo quasi esclusivamente le cause del comportamento a fattori biologici e fisici, comunicando un’idea di psicologia come scienza subalterna alla medicina.
Ma chi sono gli psicologi contattati dai mass media? Prevalentemente sono liberi professionisti, in misura minore accademici, in grado di fornire risposte veloci su qualsiasi argomento e con acritica sicurezza. Molto spesso queste persone vengono coinvolte in quanto psicologi e senza che venga fornita altra motivazione per essere stati interpellati su quello specifico argomento. Acquisito poi lo status di esperti, in quanto apparsi sui media, questo è garanzia per venire contattati nuovamente, dando luogo ad un circuito autoreferenziale.
In realtà Blandino riconosce che quella appena descritta è solo una schematizzazione molto generica e che vi sono comunque occasioni e situazioni, seppure meno frequenti e per un pubblico diverso rispetto agli spettatori dei talk show, in cui viene diffusa un’immagine corretta della psicologia: questo avviene nelle pagine culturali e nelle riviste scientifiche. Viene comunque auspicato di ridurre le situazioni di confusione e di imprecise attribuzioni di competenze che si possono manifestare a diversi livelli e in vari modi, fra cui lo scambio tra la figura dello psicologo e altre figure professionali, quali psichiatri, sociologi e addirittura astrologi e parapsicologi.
A cura di Michela Corazza
Tirocinante presso il Servizio regionale di Orientamento Centro di Pordenone
Recensione 3
Fonte http://www.psiconline.it/comunicati_stampa/editori/parere_psicologo.html
Obiettivo e struttura del libro
In questo libro non mi propongo solo di documentare ed analizzare lo sciocchezzaio massmediatico in tema di psicologi (anche se non c’è solo quello), ma, a partire da questo punto, mi propongo soprattutto di mostrare una serie di altri elementi e fattori. Infatti, attraverso l’analisi del modo in cui viene presentata e rappresentata la psicologia nei mass media intendo mostrare com’è intesa – prevalentemente – la psicologia nella vita quotidiana e nell’opinione pubblica e verificare se, e in che misura, queste rappreentazioni della psicologia corrispondono alla realtà del suo statuto disciplinare o non sono piuttosto espressioni delle fantasie, spesso irrealistiche, di cui la nostra scienza è investita.
Nella prima parte del libro, denominata “analisi”, cercherò dunque di individuare, elencare e spiegare dettagliatamente gli elementi strutturali che caratterizzano la psicologia nei media e quella che ne è la rappresentazione (modello) implicita . Inoltre, dopo questa pars destruens, illustro quale pars construens, alcune proposte per un uso diverso della psicologia nei mezzi di comunicazione di massa.
Nella parte del libro denominata “casistica” documenterò invece, traendoli dalla viva voce dei protagonisti, i vari modi e temi nei quali si cimentano le varie prestazioni psicologiche massmediatiche. A fronte di questa strutturazione il libro, dal punto di vista stilistico, è giocato su due registri: il primo, tradizionale, proprio dell’indagine e dell’analisi saggistica; il secondo, più leggero, proprio delll’esposizione giornalistica.
D’altra parte, quando ci si imbatte in certi esempi, è difficile non essere tentati dall’ironia. Ma se è vero, come sosteneva Pascal, che “burlarsi della filosofia significa veramente filosofare”, (Baldini, 1996, p. 52), anch’io, forte di tanto precedente , se mi burlo un pò della psicologia , lo faccio perchè mi stà a cuore.
Alcune delle tesi che vengono sostenute in questo libro sono già state illustrate più specificamente in miei precedenti testi o articoli (Blandino, 1996). Qui le riprendo per mostrare come certe ipotesi , là esposte teoricamente, si declinano in pratica o, per meglio dire, questo testo costituisce una sorta di esemplificazione di quanto in quei lavori ho sostenuto teoricamente.
Per converso mi sento di sostenere che uno degli scopi di questo libro è proprio mostrare come, attraverso l’esempio della psicologia in pratica, così come si presenta nei media, si vedano in opera determinati problemi e difficoltà della psicologia. Non ho nessuna pretesa di aver svolto una ricerca esaustiva, ma solo una ricognizione , quanto più ampia possibile, dei vari mezzi di comunicazione di massa.
D’altra parte, un’indagine completa, come si può facilmente arguire, è un’impresa praticamente impossibile: infatti un conto è reperire ed analizzare articoli o programmi radiotelevisivi di taglio più o meno esplicitamente psicologico, altro è invece individuare tutte le volte , e sono davvero tante, che in articoli o in trasmissioni si parla di psicologia, se ne usa la terminologia, a proposito o a sproposito, la si critica o la si esalta.
Ma infondo non è neppure così necessaria un’indagine completa, perchè una volta individuati e isolati i meccanismi più frequenti e ripetuti non sarà difficile riconoscerli o smascherarli anche negli interventi più comuni. Perfino nel linguaggio e nelle conversazioni correnti, proprio perchè , come ho detto prima, dall’indagine sui media si arriva ben presto a rilevare quelle che sono le immagini e rappresentazioni consce ed inconsce della psicologia. E questo, in ultima analisi, è ciò che ci interessa veramente.
Infine un’ultima ma fondamentale precisazione. Siccome ritengo che non sia eticamente, scientificamente e deontologicamente corretto parlare o scrivere di psicologia senza rendere noto il proprio punto di vista, dichiaro che , per quanto mi riguarda il modello teorico e metodologico cui faccio riferimento è di tipo psicodinamico e più precisamente psicoanalitico, e quindi il modo che ho di intendere la psicologia , le osservazioni critiche che muovo e le proposte che avanzo, partono di qui e non vi prescindono.
Perchè i titoli dei capitoli
Nei mass media, per parlare di psicologia, c’è una parola magica, una vera e propria password che và bene per tutto, come suffisso o come prefisso, nei titoli o negli incipit degli articoli: Freud. Con il nome del padre della psicoanalisi , appiccicato ovunque, magari corredato da sue fotografie o caricature, si tende a designare d’acchito qualunque cosa tratti di psicologia o qualunque cosa sia trattata sotto un profilo psicologico.Il nome di Freud viene messo dappertutto, a proposito ed a sproposito, come un sigillo di garanzia. Nel capitolo omonimo esemplificherò ampiamente questa singolarità.
Quello che qui voglio segnalare è il fatto che, in omaggio a questa tendenza massmediatica, mi è sembrato “coerente” denominare i capitoli di questo libro con il titolo di alcune trale più famose opere freudiane. Il lettore non cerchi però corrispondenze rigorose tra il titolo del saggio freudiano e l’argomento del capitolo: sebbene all’inizio di ciascuno abbia sempre cercato di motivarne la scelta, qualche volta la corrispondenza logica esiste, ma altre volte si tratta di un puro divertissement dell’autore.
Perchè, se fossi stato davvero coerente con lo stile massmediatico, avrei intitolato anche questo libro: Freud e i mass media.
Note per il lettore.
Inquesto libro parlo di psicologia ma inevitabilmente sconfino nella psichiatria, nella sessuologia, nella medicina o in altre scienze umane e sociali. Viceversa, qualche volta giungo alla psicologia partendo da queste ultime. Sui motivi di tale sconfinamento e su tutte le complicazioni di cui sono causa ed effetto al tempo stesso si discute nel capitolo 7, che tratta appunto del problema delle confusioni. Comunque , quando faccio parlare personaggi che non sono psicologi, come ad esempio gli psichiatri, mi richiamo a loro solo nella misura in cui trattano tematiche psicologiche.
Le qualifiche che precedono i nomi sono tratte dalle presentazioni ufficiali, non sono dunque attribuzioni di chi scrive. Se una persona si presenta come dottore, professore , asrtrologo o psicopedagosita nel testo tale rimane . L’autore non risponde della veridicità dei titoli accademici indicati.
L’indagine sulla base della quale ho scritto questo libro è stata condotta sistematicamente a partire dal 1995 e si è protratta fino alla fine del 1999 (ma è stata integrata anche da dati raccolti in modo non sistematico in anni precedenti). Il periodo di tempo preso complessivamente in esame è dunque di circa cinque anni. La scelta dell’arco di tempo, oltre a dipendere da evidenti fattori contingenti, connessi alla redazione del testo, è stata dettata anche dal fatto che:
1) sono ormai trascorsi più di dieci anni dalla promulgazione della legge 56/1989 che regolamenta la professione dello psicologo;
2)sono trascorsi più di sei anni dalla costituzione dell’Ordine degli Psicologi;
3) è stato finalmente promulgato il Codice Deontologico degli Psicologi;
4) sono state attivate in quasi tutte le principali Università italiane le facoltà di Psicologia;
5)sono attive molteplici Scuole di specializzazione post-laurea ufficilamente riconosciute.
Per tutti questi motivi la psicologia dimostra di avere ormai raggiunto una maturità organizzativa tale da non permetterle più di sottrarsi ad una valutazione del modo di gestire il suo ruolo pubblico e di essere pubblicamente utilizzata. In altre parole: quanto della maturità esterna (socio-organizzativa) corrisponde ad una reale maturità interna ( etico-professionale)?
Il campione utilizzato comprende circa 1300 interventi distribuiti in articoli di quotidiani e periodici e in trasmissioni televisive e radiofoniche garantendo, per la sua ampiezza, attendibilità e credibilità dell’immagine.
Il materiale analizzato e il periodo di tempo preso in considerazione sono quindi parsi sufficienti per dare un quadro generale completo – seppure non esaustivo – della situazione e per mettere in evidenza linee di tendenza.
L’elemento discriminante per la selezione degli articoli inseriti nella banca dati è stato il riferimento – più o meno espicito – in essi presente, ad argomenti di carattere “psicologico”, nel senso più estensivo del termine.
Gli articoli ritenuti significativi e quindi selezionati sono contraddistinit da una o più delle seguenti caratteristiche:
1. sono scritti da “esperti” del settore (tali o autodefinitisi tali): psicologi, psichiatri, psicoterapeuti, psicoanalisti. O da esperti di settori particolari che si avvalgono di modelli e linguaggi psicologici: medici, sociologi, sessuologi ecc..
2. sono scritti da giornalisti ma riportano interviste o interventi di “esperti” del settore della psicologia.
3. Trattano di argomenti appartenenti direttamente al campo della psicologia o non specificamente psicologi ma passibili di essere analizzati in chiave psicologica: crisi, affettività, dinamiche psichiche , relazioni interpersonali, ecc..
4. sono tratti da “rubriche di psicologia”.
I quotidiani sono stati seguiti prevalentemente negli anni dal 1996 al 1999. Sono stati scelti i maggiori quotidiani nazionali più altri di opposta tendenza politica, per un totale di nove testate.
I periodici
L’analisi dei periodici (riviste, supplementi, settimanali, mensili) è avvenuta nel lungo arco di tempo che va dal 1994 al 1999, con particolare attenzione al periodo giugno 1996 – maggio 1997 e febbraio-luglio 1999.
Le riviste, tutte italiane, sono state scelte solo sulla base della loro notorietà. In totale sono state visionate 57 testate.
I programmi televisivi
I programmi televisivi presi in considerazione sono stati mandati in onda dalle reti RAI e Mediaset. A questi vanno aggiunti alcuni programmi televisivi raccolti non sistematicamente e trasmessi da altre emittenti, sia locali che nazionali, nonchè alcuni programmi radiofonici trasmessi dalla RAI. La raccolta comprende anche le schede a contenuto psicologico diffuse da Televideo (pagina 584) raggruppate sotto la voce “Lo psicologo”.
L’arco di tempo all’interno del quale sono state considerate le trasmissioni radiotelevisive copre in particolare il periodo settembre 1996 – novembre 1997 e febbraio-luglio 1999. Per Televideo il periodo di tempo considerato va da dicembre 1996 a novembre 1997 e da febbraio a luglio 1999.
Il criterio di scelta delle trasmissioni , data la caratteristica del medium e il modo di poterne usufruire (o si registra a priori la trasmissione o, come quando appaiono messaggi significativi, non sempre ci si può “tornare sopra” e non sempre è possibile trascrivere correttamente e minuziosamente quanto si vede e si sente), è stato, per un verso, affidato alla guida dei programmi e, dall’altro, alla casualità o “fortuna”.
Intervista all’autore
Fonte http://www.psiconline.it/comunicati_stampa/editori/parere_psicologo.html
Intervistiamo il professor Giorgio Blandino sul suo ultimo lavoro realizzato per la Casa Editrice Raffaello Cortina e dal titolo “IL PARERE DELLO PSICOLOGO – Lo psicologo ed i mass media” in una pausa dei suoi numerosi impegni di insegnamento e di ricerca all’Università di Torino.
Il lavoro, che paradossalmente ha avuto una vasta eco sui media, vuole scandagliare attraverso una attenta analisi dei mezzi di comunicazione di massa (incluso internet) il modo in cui la figura dello psicologo ed in particolare della psicologia viene percepita dai media e quindi, di converso, dai lettori e dagli spettatori della TV.
Gentilissimo e disponibile ad approfondire insieme a noi, a beneficio dei visitatori di Psiconline.it, i passaggi principali del suo lavoro, ci accoglie in una pausa dei suoi numerosi impegni universitari e, con passione e competenza, ci accompagna, quasi per mano, aiutandoci a penetrare all’interno del suo libro e consentendoci di comprenderne appieno le “segrete” motivazioni e disvelandoci i meccanismi reconditi che lo sottendono.
Psiconline
Prof. Blandino, iniziamo dalla più banale delle domande che spesso però si rivela essere la più concreta: perché ha deciso di “scandagliare” i media italiani alla ricerca di “psicologia” e di “psicologi”? Cosa sperava o pensava di trovare?
Prof. G. Blandino
I motivi sono tre:
a) un mio vecchio e mai spento interesse per i media, in particolare i giornali, con alcuni dei quali, in anni passati ho anche avuto modo di collaborare
b) Una certa irritazione nell’incontrare sempre più spesso articoli o “pareri” psicologici, discutibili, banali o francamente irritanti nella loro presunzione onnisciente di voler “spiegare” tutto, spesso a costo di presentare una psicologia “falsa” e irrealistica, una vera e propria pseudoscienza.
c) Infine, cosa più importante, il rendermi conto che la psicologia nei media non fa altro che riprendere e rilanciare – come in uno specchio deformante -quelle che sono le “fantasie” e le aspettative del grande pubblico (ma spesso degli stessi addetti ai lavori) nei confronti di questa nostra scienza.Fantasie e aspettative consistenti nell’idea di avere a che fare con una scienza che sa tutto e per tutto ha una risposta. Così lo studio della psicologia nei media è interessante perché diventa una sorta di “carotaggio” che mostra, come in vitro, quelle che sono le aspettative profonde e inconsapevoli verso la psicologia e che spesso -ripeto – purtroppo non sono realistiche. Insomma lo studio della psicologia nei media serve a mostrarci quali sono le “rappresentazioni” della stessa che circola a livello pubblico.
Psiconline
Il libro, benché l’argomento si presti ad una trattazione amena, ha una impostazione di carattere scientifico e vuole fornire dati concreti e reali sui quali ragionare. Perché ha scelto di scrivere un saggio piuttosto che un phamplet?
Prof. G. Blandino
La tentazione iniziale fu di scrivere un libretto ironico e, nella prima stesura, ero stato molto più sarcastico. Poi ci ho riflettuto e mi sembrava che in tal modo il libro e la lunga ricerca che ne stava a monte ne sarebbero usciti sminuiti. Inoltre, alla fin fine, il mio scopo non è stato tanto quello di stigmatizzare certi commenti quanto, partendo dalla loro disamina, cercare di per mostrare come i medesimi siano collusivi con le aspettative più false nei confronti della psicologia. Non mi interessava tanto criticare certi colleghi, ma fare un discorso di più ampio respiro, anche se certi casi sono così eclatanti che non possono essere passati sotto silenzio, come ho cercato di dimostrare nella seconda parte del libro, in cui presento una vasta – e inquietante – casistica con uno stile inevitabilmente più ironico e spigliato rispetto alla prima parte che è più strettamente saggistica
Psiconline
Nel testo viene identificato un dato che sembra essere fondamentale per la comprensione del modo con cui i media trattano l’argomento psicologia: la presupposta esistenza di una scienza univoca e onnicomprensiva piuttosto che di una pluralità di discipline spesso le une diverse dalle altre.
Prof. G. Blandino
Si è proprio così, e ciò è dovuto in una certa misura – a mio parere – alla assimilazione della psicologia alla scienza medica ufficiale posto anche che la psicologia più diffusa nei media è quella che si occupa di problemi che potremmo definire genericamente di ordine “clinico”. In certi casi tuttavia c’è da sospettare che, chi scrive, o non sia consapevole della varietà degli orientamenti in psicologia, o faccia un’opera di tipo implicitamente autoritario, presentando le proprie posizioni come uniche, senza dichiarare a quale orientamento si riconducono, cosa che, io ritengo dovrebbe essere sempre fatta da ogni psicologo nel momento in cui si accinge a interagire per la prima volta, con il suo utente qualsivoglia esso sia.
Psiconline
Perché, a suo giudizio, la richiesta che arriva dai media è di tipo consolatorio e “l’esperto” di turno tende a fornire la sua risposta adeguandosi a tale richiesta?
Prof. G. Blandino
Non è solo la richiesta che arriva “dai” media, per il tramite del giornalista, ma soprattutto la richiesta che arriva “ai” media, da parte del pubblico. E questo, a mio modo di vedere, risponde alla necessità, molto umana, molto normale, di tutti noi di trovare qualcuno che ci aiuti ad affrontare le sofferenze quotidiane. Il problema però non è che ci siano richieste di ordine consolatorio, ma che a queste non si diano risposte di ordine “banalmente” consolatorio o peggio “illusorio” nel proporre ricette preconfezionate onnicomprensive e saccenti o rimedi magico-onnipotenti. L’esperto di turno preferisce, in molti casi (non sempre però, grazie a dio) cavalcare la richiesta perché così ne esce rafforzato nella sua immagine di esperto onniscente. Che poi queste risposte, se andiamo a ben vedere, come ho cercato di fare nel libro, siano nient’altro che una sequela di banalità o di consigli da “vecchia zia”, è l’aspetto problematico del discorso, che banalizza tutta la psicologia, svuotandola di significato e facendole torto sullo stesso piano scientifico.
Psiconline
E’ possibile individuare le caratteristiche di un “esperto” tipo fra quelli che abitualmente si cimentano in TV e sui giornali parlando di psicologia?
Prof. G. Blandino
Il discordo è piuttosto complesso e al tema ho dedicato un intero capitolo (il quarto), anche perché rimanda al più vasto problema di cos’è e di come si fa la divulgazione scientifica, in particolare in Italia. Comunque, grossomodo (molto grossomodo) ce ne sono di vario tipo: alcuni sono molto seri, scrivono per lo più sulle pagine culturali e sono di provenienza accademica, ma non necessariamente.Accanto a questi collocherei alcuni giornalisti scientifici, attenti e preparati. Poi ci sono i/le vari/varie consiglieri/e che per tutto hanno una diagnosi, una terapia, un consiglio, e scrivono sulle riviste di larga diffusione e/o di basso target socioculturale (ma non necessariamente) mischiando bellamente psichiatria con psicologia medicina con psicopedagogia, sessuologia con astrologia e via confusionando. Molti di costoro fanno quella che ho chiamato “psicologia tautologica” consistente nel dire cose ovvie con tono pomposo.
Infine c’è il gruppo dei presenzialisti, tuttologi di psicologia, che sono sempre presenti e dovunque, e per tutto hanno una risposta, un parere “psicologico”: siccome hanno capito com’è che ci si fa pubblicità, intervengono anche quando non sono richiesti e per fare questo in genere sentenziano su personaggi famosi ottenendo proprio per questo stesso motivo, audience.
Ma questa schematizzazione che ho fatto è davvero molto generica.
Psiconline
Come mai, a suo giudizio, viene ancora confusa la figura dello psicologo con quelle dello psichiatra e dello psicoanalista? E’ un problema di tipo culturale che ci trasciniamo dal passato oppure oggi é trendy “essere psicologi”?
Prof. G. Blandino
E’ una confusione tipica che, nella mia esperienza, trovo regolarmente anche tra gli studenti di psicologia al secondo anno. In effetti non sempre gli elementi di vicinanza o differenziazione tra queste figure sono chiari. Ma il problema non è quello che chiamerei il “diritto” del pubblico di essere confuso, bensì il “dovere” degli psicologi e di chi ricopre ruoli informativi o educativi pubblici (ad esempio nei media o all’università) di adoperarsi per chiarire ed eliminare questa confusione. Il che non sempre accade, e i media spesso la incrementano. La cosa poi è ancora più grave quando, nei media, sono gli stessi addetti ai lavori che favoriscono le confusioni. Durante tutto il corso del libro fornisco molti esempi di queste confusioni.
Psiconline
Crede che sia opportuno intervenire, magari attraverso le strutture ordinistiche, per correggere la situazione attuale oppure sarà il “mercato” a fare “giustizia” di determinate posizioni, perlomeno dubbie da un punto di vista etico?
Prof. G. Blandino
Assolutamente si! Le strutture ordinistiche dovrebbero occuparsi del problema molto più attentamente ed energicamente di quanto non facciano. Un esempio tra i tanti (di cui parlo a lungo nel libro): non è accettabile che per anni si siano viste nelle televisioni private pubblicità di linee telefoniche erotiche in cui le signorine “addette ai lavori” venivano presentate come “psicologhe” senza che le strutture ordinistiche si muovessero. L’Ordine dnazionale degli psicologi a mio modo di vedere, non dedica sufficiente attenzione al problema della psicologia nei media e non solo per stigmatizzarne gli usi impropri o addirittura illegali, ma anche per coglierne e sfruttare in modo più adeguato e corretto le grandi potenzialità informative.
Psiconline
Bene, pensiamo che i nostri visitatori possano essere soddisfatti.
Voglio però rivolgerle ancora una domanda: come vede la situazione attuale su internet? Quali pensa potrebbero essere gli sviluppi futuri?
Prof. G. Blandino
La sto studiando allo stesso modo che ho fatto nel libro appena uscito. In linea di massima devo dire però che molti dei problemi individuati si ripresentano analoghi anche in Internet
Psiconline
Ringraziamo e salutiamo il Prof. Blandino augurandogli un Buon Natale e, sopratutto, di proseguire nella sua opera di ricerca e di analisi della realtà psicologica italiana.
Contiamo anzi su di una sua gradita presenza sulle pagine elettroniche di Psiconline.it.
Prof. G. Blandino
grazie a voi e buon lavoroIntervista realizzata da Luigi Di Giuseppe
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