W la psicoterapia… fatta dagli psicoterapeuti
SEGNALAZIONE
Riportiamo l’articolo/intervista di Roberta Mercuri, per “Visto”, alla Dr.ssa Lucia Margari, sul tema della Depressione infantile e adolescenziale.
Lettera firmata
Si riporta il testo dell’articolo apparso sulla rivista Visto, che ci ha autorizzato alla pubblicazione in data 19/10/2009.
TESTO ARTICOLO
Tratto da “Visto”
Allarme depressione
Come combattere la malattia che colpisce 8 adolescenti su 100
La psicoterapia
La depressione giovanile viene curata preferibilmente con la psicoterapia, abbinata, nei casi più gravi, alla terapia farmacologica.
L’esperto
Risponde Lucia Margari, neuropsichiatra infantile dell’Università di Bari
Se crescere ti fa paura, puoi uscirne alla grande
Inappetenza, insonnia, apatia: tutti segnali che indicano la presenza di un disturbo psicologico diffuso tra bambini e ragazzi in fase evolutiva. Che devono sapere che non sono soli e che guarire è possibile
Di Roberta Mercuri
Bari, Ottobre.
Un tempo si credeva che la depressione mietesse vittime solo tra gli adulti. Oggi i numeri descrivono una realtà diversa: in Europa non afflitti dal “male oscuro” circa 2 bambini su 100 e 8 adolescenti su 100. Cosa sta succedendo ai nostri ragazzi? E come possiamo aiutarli? Lo abbiamo chiesto a Lucia Margari, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile dell’Università di bari, e membro del Comitato direttivo del SINPIA (Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza).
Come mai sempre più spesso si stente parlare di bambini e adolescenti depressi? Il fenomeno è in crescita oppure è stato solo portato alla luce dalle moderne conoscenze scientifiche?
“Sono vere entrambe le ipotesi. I disturbi depressivi in età evolutiva si m manifestano più frequentemente rispetto al passato per una maggiore attenzione sanitaria a questa fascia di età e per maggiori competenze diagnostiche. Ma anche perché, nella società attuale, esistono condizioni di vita che ne favoriscono la comparsa. La depressione, infatti, dipende da fattori genetici o caratteristiche del temperamento (come la tendenza al pessimismo), in parte da fattori ambientali: per esempio sono numerosi i casi di bambini che diventano depressi (se predisposti geneticamente), perché i genitori si separano all’improvviso, o divorziano combattendo guerre senza esclusione di colpi. Anche il fenomeno del bullismo può scatenare la depressione in un bambino, così come gli insuccessi scolastici”.
Come fa un genitore a capire che un bambino o un adolescente è depresso?
“La depressione si manifesta in modo diverso a seconda delle fasce di età. In generale, comunque, il genitore si deve allarmare se il bambino appare triste, irritabile, apatico, si lamenta spesso per il mal di testa o il mal di pancia, mostra frequenti preoccupazioni e fantasie sul tema della morte. È ancora; se parla poco, non gioca e non socializza coi coetanei, fatica a prendere sonno, rifiuta il cibo, ha difficoltà a scuola. In particolare occorre fare molta attenzione ai cambiamenti improvvisi: per esempio, un bambino che andava bene a scuola d’un tratto prende una sfilza di brutti voti; un piccolo di solito goloso e mangione non ha più voglia di cibo e così via. Gli adolescenti depressi, invece, presentano in genere un rallentamento psicomotorio, idee suicidarie e talvolta tentativi di suicidio”.
La depressione di bambini o adolescenti può risolversi senza cure?
“Senza un adeguato trattamento, le conseguenze della depressione sono estremamente serie. Quasi il 20-60% dei giovani malati presenterà un secondo episodio depressivo entro due anni, oltre ad avere un aumentato rischio per altre psicopatologie. Inoltre, le ricerche indicano che oltre la metà dei giovani depressi alla fine tenterà il suicidio e circa il 2-5% morirà per un suicidio completato entro 10-20 anni dall’episodio iniziale”.
Quali sono i trattamenti più efficaci?
“Esistono trattamenti non farmacologici e trattamenti farmacologici. La scelta del tipo di intervento dipenderà essenzialmente da due variabili: l’età del soggetto e la severità del quadro clinico. Il trattamento di prima scelta nei bambini e negli adolescenti è la psicoterapia, che deve essere effettuata da operatori esperti. Solo nei casi molto gravi si può proporre la terapia farmacologica che, comunque, deve essere sempre associata alla psicoterapia. Una diagnosi e un trattamento precoci dei disturbi depressivi migliorano significativamente la prognosi riducendo le recidive, la cronicizzazione in età adulta e lo sviluppo di altre psicopatologie in età successive”.
Un adolescente depresso sarà necessariamente un adulto depresso?
“Il 50% degli adulti depressi riferisce l’esordio della sintomatologia depressiva prima dei 18 anni. E gli studi dimostrano che le recidive di episodi depressivi persistono in età adulta in oltre il 50% dei soggetti”.
Quali sono in Italia i più importanti centri per la cura della depressione giovanile?
“I servizi ospedalieri e territoriali di Neuropsichiatria infantile del Servizio sanitario nazionale sono tutti accreditati per la diagnosi e la cura di tali disturbi”.
C’è un libro che consiglierebbe ai genitori di un bambino depresso?
“Recentemente la Società italiana di Neuropsichiatria infantile ha pubblicato le Linee guida diagnostiche terapeutiche gestionali sui disturbi depressivi in età evolutiva, elaborate da un Gruppo di lavoro della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia), destinate a vari operatori sanitari (neuropsichiatri infantili, pediatri, psicologi eccetera): A questo documento è stato allegato un libretto che aiuta familiari e insegnati a riconoscere i primi sintomi depressivi”.
Tra gli adolescenti è sempre più diffuso l’abuso di alcol e droghe, questo fenomeno ha a che vedere con la depressione?
“I ragazzini che si incontrano per bere o fumare uno spinello di solito sono spinti dalla voglia di fare una bravata. È anche vero, però, che i disturbi depressivi possono predisporre all’uso di droghe e alcol”.
I disordini alimentari degli adolescenti dipendono di solito da una depressione?
“I disordini alimentari sono categorie cliniche separate dai disturbi depressivi. Tuttavia, nei criteri diagnostici per i disturbi depressivi ci sono anche sintomi “alimentari”: riduzione (più raramente aumento) di appetito, oppure riduzione, più raramente aumento, di peso, talvolta accompagnato dalla ricerca di cibi particolari”.
Cosa consiglierebbe ai genitori di un bambino o di un adolescente depresso?
“Chi sospetta che il proprio figlio abbia un disturbo depressivo deve parlargli, cercare di fargli aprire il suo cuore. Oppure può contattare gli insegnanti sia per avere informazioni sul rendimento a scuola del ragazzo, sia per chiedere una consulenza psicologica (se la scuola dispone del servizio), sia per attivare una collaborazione in vista degli interventi futuri. Poi deve portare il figlio dal pediatra ( o dal medico di base), che valuterà se è necessario l’intervento dello specialista di neuropsichiatria infantile. In alternativa può contattare direttamente un neuropsichiatra infantile”.
Roberta Mercuri
COMMENTO REDAZIONALE A CURA DELLA DR.SSA SARA GINANNESCHI
Inizialmente, leggendo questo articolo, abbiamo avuto l’impressione di un lavoro ben svolto, sia per le domande puntuali ed efficaci della giornalista che per le risposte competenti della Neuropsichiatra infantile, è solo al termine dell’articolo che abbiamo avuto una brutta sorpresa.
Come si legge fin dall’inizio la cura più indicata per la Depressione che colpisce bambini ed adolescenti è la psicoterapia, mentre solo nei casi più gravi ed in base all’età del bambino/ragazzo si può optare per una cura di tipo farmacologico; allora perché alla giusta domanda: a chi ci si deve rivolgere della Mercuri, si legge una risposta del genere: deve portare il figlio dal pediatra ( o dal medico di base), che valuterà se è necessario l’intervento dello specialista di neuropsichiatria infantile. In alternativa può contattare direttamente un neuropsichiatra infantile”?
“Visto”, nello stesso articolo, pubblica poi la realtà milanese di un centro sperimentale per il trattamento della depressione e si legge chiaramente che il team di lavoro è composto da uno psichiatra e tre psicologi!
Il genitore che sospetta che il figlio sia depresso, giustamente ne parli con la scuola per avere un parere se il suo rendimento od il comportamento sia cambiato, può fare lo stesso anche con l’insegnante di karate, di nuoto, o di pianoforte! Giustissimo anche chiedere alla scuola se fornisce un servizio psicologico, ma poi, perché andare da “qualunque neuropsichiatra” se serve la psicoterapia? I lettori di questo articolo non possono che pensare altro che, in ambito infantile, è il neuropsichiatra a condurre una psicoterapia, ma, come suggerirebbe il nome stesso, la figura di riferimento è lo psicoterapeuta. Nei centri territoriali di neuropsichiatria infantile, giustamente indicati dalla Dr.ssa, sono sempre presenti anche psicoterapeuti, spesso specializzati in ambito infantile ed adolescenziale ed è a questi professionisti che si deve far riferimento! Il neuropsichiatra infantile può, qualora sia necessario, somministrare una cura di tipo farmacologico che, la stessa Dr.ssa Margari indica come trattamento in extremis, naturalmente auspicando un lavoro in equipe multidisciplinare.
LETTERA ALLA REDAZIONE DI VISTO
Gentile Redazione di Visto,
ho avuto modo di leggere un vostro articolo nel settimanale Visto N° 42 del 16 ottobre 2009, dal titolo “Allarme depressione” e vi chiedo il permesso di poter pubblicarlo interamente sul blog http://www.osservatoriopsicologia.com.
Grazie per l’attenzione.
Distinti saluti.
Dr.ssa Dimitra Kakaraki
RISPOSTA DELLA REDAZIONE DI VISTO
Gentile dottoressa,
può pubblicare il nostro articolo sul suo blog.
Può farci sapere quando avverrà la pubblicazione?
grazie
Redazione di VISTO
via Rizzoli, 8
20132 Milano
2 novembre 2009
qui si tratta della pagnotta e del corporativismo strisciante che assilla la società italiana ancora illiberale. Si tratta inoltre dell’effetto delle norme che vietano una pubblicità libera ai professionisti. Così ogni medico psichiatra e neuropsichiatra può continuare a condurre, come in tal caso, una pubblicità subdola e corporativa, anche per conto dei suoi colleghi, dove si prelude alla scienza e si conclude con l’ineluttabilità della pretesa di ricorrere al medico senz’altro per la diagnosi e senz’altro per il superiore giudizio di scelta ed invio al trattamento. Occorrono azioni giudiziare volte a far rispettare che la diagnosi picologica appartiene, secondo la legge, solo ed esclusivamente agli psicologi.E chi la eseguisse non appartenendo all’ordine commette un reato. neuropsichiatri e psichiatri compresi.