L’instant therapy? Chiamiamola Instant Counselling!

SEGNALAZIONE

Buongiorno a tutti,

vi scrivo per segnalare un articolo apparso sul sito www.libero.it nella sezione news-donna e che tratta il tema della depressione.. niente di male nel farlo, ma i ‘contenuti’ mi lasciano quantomeno perplesso, ancor più le soluzioni proposte… UNA!! L’Instant Therapy… che personalmente non ho mai sentito nominare (e questo potrebbe anche significare poco..) e riguardo la quale non sono segnalate evidenze scientifiche ..riporto cosa dice il sito dell’EURODAP in proposito (http://www.eurodap.it/):

1)”l’ Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, scende in campo con la “INSTANT THERAPY” al fianco di coloro che si trovano a vivere un momento di crisi.

Tre incontri gratuiti con l’obiettivo di sostenere attraverso l’ascolto, l’insegnamento della gestione dell’ansia,

l’impostazione ad un pensiero positivo.

L’appuntamento con lo psicologo potrà essere prenotato chiamando l’ EURODAP al numero…ecc”.
Non entro nel merito dell’intervento che non conosco anche se mi sembra andare al di là di una consulenza, di un colloquio psicoeducazionale o di orientamento.. e già basterebbe a fare delle considerazioni.

Qui si parla di malessere, tristezza, stress, infelicità o cosa altro? Non si accenna neanche di striscio all’esistenza di un ‘disturbo depressivo’ codificato e tutto si risolve in tre sedute… tra l’altro gratuite così svendiamo anche l’unica cosa che ci rimane rispetto a consulenti filosofici, maghi e cartomanti.. e cioé la competenza!
Cosa ne pensate?

Vi ringrazio anticipatamente della risposta. Un saluto

Lettera Firmata

TESTO ARTICOLO

Tratto da Lifestyle

ATTANAGLIATE DALLA DEPRESSIONE

Sono in aumento i casi di male oscuro tra le donne. Tristi, cupe, con lo sguardo perso, soffocate dal dolore. Sempre più donne sono infelici, mentre sempre più uomini sono felici. Come uscirne? Con terapie brevi e gratuite e parlandone, qui per esempio

Noi sempre più tristi, loro sempre più felici. L’eterna contrapposizione tra uomo e donna si esprime anche nell’umore. «Il “gentil sesso” vede sempre più nero mentre gli uomini sono sempre più sereni», sostiene il rilevamento della General Society Survey, un’organizzazione che ha seguito l’umore degli americani dagli anni Settanta e che ha chiesto ogni anno dal 1972 a 1.500 cittadini di entrambi i sessi e ogni livello di istruzione e stato sociale di misurare la loro felicità su una scala da uno a tre.

Analizzato da Betsey Stevenson e Justin Wolfers, due sociologhi di Wharton, la prestigiosa scuola di economia dell’Università di Pennsylvania, lo studio sullo “happiness gap”, il divario della felicità, ha scoperto che il livello generale di felicità delle donne è diminuito sia in rapporto a quanto era 40 anni fa che rispetto alla felicità degli uomini. Il rapporto sul malessere delle donne è stato accolto come un manifesto da due delle più influenti e aggressive columnist americane, Arianna Huffington del blog HuffingtonPost e Maureen Dowd del New York Times. Entrambe simbolo di donne in carriera di grande successo, hanno alzato bandiera bianca dedicando ai risultati dello studio le loro rubriche e certificando sulla base della loro esperienza che «è tutto vero». Affermazione che ha provocato una valanga di commenti di lettori e lettrici. Le donne erano al settimo cielo all’inizio degli anni Settanta quando «avevano cominciato a rompere il bozzolo domestico», ha scritto la Dowd osservando che in realtà le nuove sfide offerte dalla pari opportunità hanno finito per offrire alla sua generazione maggiori occasioni di stress.

E non sono solo le donne americane, ha osservato la Huffington: «Il malessere è comune a donne di tutto il mondo» nonostante quattro decenni passati ad «assicurare maggiori opportunità, maggiori conquiste, più grande influenza e più disponibilità finanziaria». Per la Huffington, che ha creato un impero sfruttando le potenzialità dei nuovi media, è un brusco risveglio: il peggioramento «nel nostro stato di animo collettivo sfida ogni possibile logica’». Ma non è solo un fatto di crisi del femminismo: c’è anche un aspetto biologico del divario della felicità. Secondo Marcus Buckhingam, un ex ricercatore Gallup che ha pubblicato un nuovo libro “Find Your Strongest Life”, le donne cominciano la vita più soddisfatte degli uomini ma via via che invecchiano diventano sempre meno felici. Per gli uomini è diverso, «più sono stagionati più l’umore migliora». Un dato che la Dowd riconduce da un lato al fatto che i maschi invecchiano meglio fisicamente («in una società dominata dal look, alle donne sessantenni è richiesto di far di tutto per tornare ai vent’anni») dall’altro all’abbondanza di scelte offerte dalla società all’ex sesso debole: «Più affollate sono le nostre vite, meno attenzione riuscivano a dare a ogni dettaglio. Aggiungi il fatto che le donne sono ormonalmente più complicate e vulnerabili degli uomini: siamo più severe con noi stesse, prendiamo tutto più a cuore».

E anche in Italia le cose non vanno meglio. Come se ne esce? Con l’Instant Therapy. «La paura dell’influenza A, la crisi economica, il lavoro precario. Sono questi i fattori che stanno portando gli italiani a vivere nell’ansia quotidiana che stressa mente e fisico» afferma Paola Vinciguerra, psicologa e psicoterapeuta, Presidente dell’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, commentando la ricerca dell’Università degli Studi di Milano su un campione di 4.190 persone secondo il quale 9 italiani su 10 sono stressati. «Riconoscere il proprio livello di stress e i sintomi che ne derivano e’ quindi fondamentale per salvaguardare la nostra salute psicofisica – spiega la Vinciguerra – Per individuare ed imparare a gestire l’ansia e quindi abbassare i livelli di stress, l’Eurodap ha messo in campo l’Istant Theraphy: una psicoterapia breve, tre incontri gratuiti che hanno l’obiettivo di sostenere attraverso l’ascolto, di insegnare a gestire l’ansia e di impostare un pensiero positivo. Un’ottima cura è parlarne, non tenersi tutto dentro, condividere le proprie esperienze con chi ci è già passato. Da dove cominciare? Da qui per esempio, parlando con le altre lettrici.

COMMENTO REDAZIONALE A CURA DELLA DR.SSA SARA GINANNESCHI E DELLA DR.SSA PRIMAVERA BOCCARDI

Questo articolo ben si presta al fraintendimento perché, pur parlando a lungo di un solo concetto (le donne sono meno felici degli uomini) e citando ad hoc ricerche scientifiche (ed anche su queste troppo ci sarebbe da dire), lascia cadere una frase allarmante per gli addetti ai lavori: “[come uscire dalla depressione femminile?] Con terapie brevi e gratuite e parlandone, qui per esempio”.

Citando Carmine Faraco, “la domanda non è chi è, la domanda è pecchè!” Perché se abbiamo un’allergia dobbiamo pagare un dermatologo che in meno di 15 minuti ci offre il suo parere? Perché se ci fa male un ginocchio paghiamo la prestazione dell’ortopedico? Perché ad un’igienista mentale non salterebbe mai in mente di farci una pulizia gratis? Ma soprattutto, perché gli psicologi devono dispensare “pillole” sì, ma solo di saggezza a questo punto e per di più senza essere nemmeno pagati? Perché il concetto che se ne ricava è che lo psicologo, in 3 incontri del tutto gratuiti, rigira le parole dell’utente e gli offre su un piatto d’argento la soluzione a tutti i mali, compresa la depressione!

Relativamente all’Instant Therapy in sé, si legge in internet che rappresenta una forma di counselling che permette (o solo promette?) di “restituire” all’utente, in maniera molto rapida, una revisione di quanto da lui esposto, affinché vi possa reagire analizzando il problema sotto altri punti di vista. Molti professionisti sulla rete parlano in questi termini e naturalmente i problemi presentati sono di natura esistenziale e non clinica; qualche esempio: “mio figlio va male a scuola… ed io mi sento inadeguata”; “vivere da sola”; ecc.  Il termine certo è molto fuorviante, proprio per la parola “Therapy” che inevitabilmente fa pensare ad una vera e propria terapia. Confonde ancor di più le acque l’affiancamento di questa alle Terapie Brevi, che invece sono vere e proprie psicoterapie e dove per “brevi” non s’intende “magiche” o superficiali ma che affrontano il problema in maniera più diretta, senza ripercorrere tutta la storia del paziente, se non in relazione all’obiettivo che ci si è posti. Il metodo è quello di comprendere il problema nella sua forma attuale e di aggredirlo nel suo mantenersi presente, piuttosto che nella conoscenza della sua genesi negli anni, e di fornire soluzioni pratiche e subito spendibili.  In tal senso il termine “breve” indica trattamenti che possono anche avere una durata di 3 mesi, ma più spesso si va dai 6 mesi ad un anno circa.

Non vi sono riferimento bibliografici per questa Instant Therapy e riteniamo, come abbiamo già detto, che sia il caso di annoverarla nella classe del counselling e che sia quindi efficace solo con quei problemi che riguardano la sfera quotidiana della persona, ma che non si caratterizzano come patologie.

Riteniamo che sia altamente pericoloso, sia parlare di depressione, quando ci si riferisce ad una malinconia momentanea, frutto di un problema di gestione personale come il cambiare casa, l’aver discusso con il fidanzato, o quant’altro, che parlare di terapia di tre giorni intendendo che può “guarire dalla depressione” e come tale si va certamente ad intendere il disturbo clinico con tutti le sue manifestazioni che possono avere risvolti anche drammatici e per il quale si indica il nostro GLOSSARIO per una revisione.

Parlare in maniera divulgativa di Psicologia è una bella responsabilità e chi lo fa dovrebbe sempre pensare a quale sia il messaggio che passa! Non sia mai che ci venga risposto: “non abbiamo parlato di Depressione Maggiore, ma solo di Depressione” perché la gente comune e quella che la Depressione la vive, non prende in mano il Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, per capire la differenza. Pensate alle conseguenze emotive di un uomo che per la Depressione è in cura da 3 anni ed è seguito da uno psichiatra (spesso figura fondamentale in questo genere di disturbi!) e da uno psicoterapeuta e sente che la depressione può essere curata in tre giorni e per di più gratuitamente! La sua depressione è quindi più grave? È invece lui che non è in grado di guarire? O forse sta venendo truffato? Ed i familiari? I parenti che la depressione proprio non la capiscono, che guardano la persona malata apatica sul divano e pensano “ma perché non si alza e fa qualcosa?”, come reagiscono alla notizia che la depressione guarisce in tre sedute gratis?

Per quanto riguarda poi il prezzo o meglio il non prezzo della prestazione, non vi sono estremi perseguibili per legge, perché da qualche anno i tariffari dei professionisti sono stati “liberalizzati”; sul codice deontologico si parla comunque di onorari che non devono offendere la reputazione professionale e quindi ad ognuno, il diritto e dovere morale di definire il prezzo e valore della propria professionalità e dei servizi offerti, così come accade per ogni categoria sanitaria libero-professionale o pubblica (che pur prevedendo un pagamento minimo, che è quello del ticket, solo in poche regioni italiane è del tutto gratuita).

Chiara Santi

Author: Chiara Santi

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1 Comment

  1. A proposito di INSTANT THERAPY il commento è semplice, lasciamo al professionista, quindi lo Psicologo, ciò che riguarda tutta la sfera degli argomenti psicologici, la storia ha dimostrato ampiamente che rendere semplice ciò che non è crea confusione e non apporta a risultati soddisfacenti.
    L’anomalia sarebbe riconducibile nel tentativo di risolvere problematiche psicologiche con la nascita di nuovi metodi che siano al passo con i tempi, da quelli banali a quelli più subdoli non considerando che la forza del successo non può fare a meno della cooperazione fra scuole di pensiero ben consolidate e istituzioni.

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