La donna invisibile

 di Chiara Santi

L’essenziale è invisibile agli occhi, diceva Antoine de Saint-Exupéry. Qualcuno deve averlo preso molto sul serio – anche se in modo decisamente troppo concreto – e averci costruito intorno un business. O, perlomeno, ha sperato di farlo.

Si sa, modificando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia; così, nell’epoca in cui il reale diventa virtuale, anche il virtuale può diventare reale. Invisiblegirlfriend.com ti garantisce di liberarti dal problema di avere una ragazza e dedicare il tuo tempo guadagnato a quello che ti pare. Cinico? Forse. Per alcuni pratico.

 

Sei single, ossessionato da una collega di lavoro che ti fa la corte e vuoi liberartene, fingendo di essere seriamente impegnato? Oppure vuoi dedicarti solo al lavoro, ti annoiano le serate romantiche, ma non sopporti più le domande dei familiari che ti chiedono quando metterai la testa a posto? Hai un qualsiasi altro motivo per fingere di essere sentimentalmente impegnato?

 

Ora la soluzione c’è. E su misura. In tre comode tappe.

Come in tutte le vere relazioni, puoi fermarti dove vuoi. Ti interessa solo una conoscenza superficiale? O vuoi una relazione impegnata?

Puoi partire con semplici sms poco impegnativi, telefonate automatiche, piccoli regali. Fino a realizzare una specifica caratterizzazione della donna che desideri e ricevere vere telefonate dal vivo.

Insomma, il sogno di ogni uomo: una donna su misura, presente solo quando e come la vuoi tu. C’è da chiedersi se questa ragazza perfetta non rischi di esserlo talmente tanto da poter finire per innamorarsi di lei. In fondo, un film di prossima uscita, “Lei” di Spike Jonze, parla proprio di questa possibilità. E dei suoi rischi.

Il reale sembra essere diventata una condizione troppo complicata per dei tempi che richiedono velocità e praticità. Esso porta con sé colori, odori, sapori, riflessioni, attese che il mondo di oggi non concede. Soprattutto, porta la necessità del confronto in un universo popolato sempre più da egoismi e autoincensamento. Un altro essere umano che ha delle esigenze, dei desideri, dei gusti suoi e che non si plasma perfettamente su di te, determina di certo qualche complicazione per chi vive in adorazione di se stesso, consacra il motto di “volere è potere” a guida suprema dell’esistenza  e l’arrivismo a nuovo Dio sul cui altare sacrificare la propria vita.

 

Un sms, una mail, una voce possono davvero sostituire una persona in carne ed ossa, il tempo passato con lei, il suo tocco, la sua risata? Siamo arrivati al punto di non ritorno, quello in cui le umane emozioni sono diventate un ingombro e si possono sostituire senza problemi con dei bit?

A ben guardare, sembra che la strada un po’ alla volta si sia tracciata proprio in questa direzione. Il contatto de visu è stato soppiantato da quello a distanza (che ti fa sembrare vicino ciò che è lontano e lontano ciò che è vicino), il valore del gruppo rimpiazzato da quello dell’individuo, il rapporto sessuale come scambio di emozioni e affetti si è trasformato in passaggio di piaceri (dove conta principalmente il proprio)…persino l’amore a pagamento non è più necessario per i frustrati del sesso, ora ce lo si svende gratis ad ogni angolo.

 

Non ci sarebbe da meravigliarsi, perciò, se questa neonata idea ottenesse un grande successo. D’altra parte, è già stata vincitrice dello Startup weekend di Saint Louis; evidentemente, si è sentito odore di intuizione vincente e affare economico. Tanto che, a breve, arriverà l’opzione anche per le donne, sai mai che ci si perda mezza fetta del mercato.

Intendiamoci, la trovata potrebbe essere anche divertente, se venisse considerata come una boutade. Ma così non sembra; e ciò che veramente colpisce, è la causa del potenziale successo che potrebbe avere, cioè le motivazioni che dovrebbero portare ad usufruire del servizio. Queste potrebbero dirci molto della società in cui viviamo, in cui ci si sente grandi uomini (e donne), ma non si ha neanche il coraggio e la maturità di far rispettare i propri desideri. Perché mai, infatti, dovrei avere bisogno di una scusa con mia madre o i miei amici per non dire loro che no, a me una ragazza non interessa o alla collega inopportuna che grazie, ma non sei il mio tipo? Siamo diventati così fragili di fronte al giudizio altrui e così bisognosi di essere accettati per quello che vogliamo far credere di essere, piuttosto che per ciò che siamo, da avere addirittura necessità di inventarci un partner?

Non odora, tutto questo, terribilmente di immaturità? Non stiamo forse diventando dei giganti con i piedi di argilla?

 

Però…business is business…già intravvedo la prossima startup…quando finirai per innamorarti della tua ragazza immateriale, costruita proprio su misura per te, che non ha un difetto, dice esattamente ciò che vuoi sentirti dire e fa proprio quello che le chiedi (almeno virtualmente), si potrà creare una società che venda donne (e uomini, quando sarà attiva la versione per il gentil sesso) i quali, a pagamento, fingono di essere la versione in carne ed ossa del partner immaginario.
A volte, la pelle e il calore umano fanno ancora il loro effetto e qualcuno potrebbe sentirne – molto temporaneamente – la mancanza.
C’è spazio per crearci sopra un’idea con un ritorno economico.Sono disponibile a regalare lospunto a chi vorrà partecipare alla prossima edizione dello Startup weekend.

Io, mi accontento ancora della vita, con tutte le sue imperfezioni.

 

Chiara Santi

Author: Chiara Santi

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3 Comments

  1. Grazie collega per la segnalazione del link in questione, indicativo, credo, della natura dei legami sociali che il futuro prossimo purtroppo condurrà con sé.
    Condivido tutti i tuoi commenti a riguardo.

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  2. Grazie dell’interessante quanto sconcertante segnalazione. Esempi similari, nonostante le differenze, purtroppo ce ne sono già stati: esistenze da tamagochi, vite non-vissute, relazioni nutrite attraverso finzione, gioco, internet.
    E purtroppo è molto vero quanto scritto nell’articolo: siamo così fragili. Peccato solo nasconderlo dietro a un dito e non vedere il potenziale insito nell’umana debolezza che, se accolta e ben gestita, può trasformarsi in forza creativa. Buon lavoro.

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  3. “L’amore ai tempi del virtuale”. altro che colera!
    Grazie per questa segnalazione e buon lavoro!

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